15 apr 2014

Politica

Ieri si è tenuta la riunione del direttivo del mio circolo (Cascine - San Jacopino) per decidere le candidature al consiglio comunale e di quartiere.
Io ci sono da troppo poco per conoscere le persone ed esprimere un giudizio di merito su di esse, per cui mi sono posto l'obbiettivo unico di spingere ad avere una discussione serena e costruttiva.
Allora mi sono messo a rompere i coglioni, con tutta l'educazione possibile, finché non abbiamo deciso, come passo preliminare a tutto, di eleggere un presidente dell'assemblea che potesse dare e togliere la parola e fare in modo che tutti parlassero solo a turno e per un tempo limitato.
Ce l'ho fatta.
Tutte le incomprensioni apparenti venute fuori nei primi 20 minuti sono scomparse, perché il meccanismo stesso dell'assemblea, il dover parlare a turno etc permette alle persone di pensare e, contestualmente, le costringe a dire il succo senza perdersi in quisquilie e pinzillacchere che poi al 90% sono quelle che creano le incomprensioni.
Ho avuto un ottimo esempio pratico di quel partito palestra di cui parla Barca, perché solo per il fatto di usare un certo metodo ci siamo esercitati a fare politica, a esporre le idee in modo chiaro e conciso e a controbattere alle tesi altrui educatamente e in modo stringato ed efficace.
Ne è venuta fuori una serata di bella politica, e vi dirò, mi sono anche divertito.
La politica si può fare anche bene e divertendosi, senza urlare, smaniare e pestare i piedi.
Perché ogni secondo ripenso a quello che mi disse il compagno Tabani, partigiano, quando presi la tessera: "Mi raccomando, è importante che i partiti siano una cosa seria".

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