25 set 2013

Lettera aperta ai deputati e senatori PD da parte dell'ANPI (comitato provinciale di Firenze)

Ricevo e giro. Inutile dire che concordo al 100%.

ANPI - Comitato Provinciale di Firenze
                                                           
LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI DEL PD
Cari  deputati, cari senatori
Il comitato provinciale ANPI Firenze ritiene  che la nostra Costituzione, in cui sono incarnati i valori della Resistenza e dalla lotta popolare contro il nazifascismo, sia ancora di straordinaria attualità ed in  grado di garantire la vita democratica del nostro paese.
E' nostro convincimento dunque che,  la Costituzione vada  applicata,  e non modificata , soprattutto non da  questa maggioranza innaturale,  composta da partiti che si erano presentati alle recenti elezioni con programmi ed idealità sostanzialmente diversi se non opposti.
In aggiunta, riteniamo che  non si debba modificare la Costituzione
  • con  uno schieramento il cui leader  è stato condannato in via definitiva per un reato particolarmente  grave come quello di  evasione fiscale,
  • per mezzo di una commissione ristretta, istituita   attraverso una procedura    quantomeno discutibile, i cui membri sarebbero  dotati un potere esorbitante , limitando fortemente le prerogative dei parlamentari e la possibilità di discussione in aula degli elaborati,
  • senza una vasta ed informata partecipazione popolare,
  • perché la forma di governo che si andrebbe a delineare sancirebbe di fatto un regime semi- presidenzialista cui ANPI è storicamente contraria,
  • non ultimo, perché questo  parlamento risulta  eletto sulla base di  una legge elettorale essa stessa di dubbia costituzionalità.
Cari deputati e cari senatori, siamo   fermamente convinti che quella che viene prospettata non sia  una semplice 'riforma' ma una vera e propria 'riscrittura' di numerose e sostanziali parti della nostra Costituzione, un'operazione che dovrebbe essere semmai realizzata da una nuova assemblea costituente, e sicuramente non da un governo  d'emergenza, sorretto da una maggioranza mista ed anomala,  come quello attuale.
Crediamo infine fermamente che i problemi del paese e le risposte che i cittadini si aspettano dalla politica siano altre, e che solo la concreta applicazione della nostra straordinaria Costituzione sia la strada da seguire per dare soddisfazione a queste esigenze.

24 set 2013

Razzismo 2.0: il codice dei giornalisti che non c'è

Questi sono due articoli tuttora reperibili sul sito dell'ANSA.
Vi invito a notare le differenze di trattamento. Cominciamo con l'assassino (rettangoli rossi).
Caso A: l'assassino è cittadino UE romeno. Viene nominato 5 volte:
  • una volta si riporta nome e cognome;
  • una volta ci si riferisce a lui con l'età ("... del ventiseienne");
  • le restanti tre, viene riportato come "il romeno", di cui una ovviamente è nel titolo.
Caso B: l'assassino è cittadino UE italiano. Viene nominato 5 volte:
  • nel titolo ci si riferisce a lui come "ubriaco";
  • nel sottotitolo "automobilista";
  • nel corpo, "L'uomo", "rappresentante di commercio di 58 anni", "il conducente".
Ma la discriminazione non si ferma qui. Passiamo alla vittima di turno (rettangoli verdi).
Caso A: la vittima è un dodicenne di Sellia Marina (CZ). Viene nominato 3 volte:
  • nel titolo viene detto "bimbo"[1];
  • nel corpo, una volta come "il dodicenne Matteo Battaglia" e poi addirittura il confidenziale e affettuoso "Matteo".
Caso B: la vittima è un sedicenne di Barge (CN), di origine cinese. Viene nominato (a volte insieme ai suoi amici, rimasti feriti per fortuna in modo non grave)  5 volte:
  • nel titolo si riporta "morto sedicenne";
  • nel sottotitolo, insieme agli amici, si parla di "cinque giovani"[2];
  • nel corpo: "ragazzi di origine cinese", "cinque ragazzi cinesi", "ragazzino cinese".
Provo a tirare le conclusioni. E non mi date del cinico perché ho perso un amico (italiano) di 18 anni che aveva appena cominciato a vivere per un pirata della strada (italiano), cosa che finì in n-esima pagina di un quotidiano locale. Per cui ho un attimo il dente avvelenato.

Se sei un italiano e investi e uccidi uno straniero, il tuo nome non compare sui giornali, sei trattato (giustamente intendiamoci) come una persona, che ha una residenza, un lavoro, sei un automobilista e un conducente. Nonostante tu abbia travolto cinque ragazzi che uscivano spensierati e poi non solo sei fuggito ma hai anche cercato di cavartela denunciando il furto della tua auto (nonostante le barzellette, per fortuna i Carabinieri non sono proprio fessi). Se sei uno straniero e investi un ragazzino italiano, il tuo nome viene sbattuto sui giornali e di te si parla solo riferendosi al "romeno", quasi che fosse una strana specie animale.

Viceversa.

Se sei un ragazzino italiano e un bastardo ti stronca la vita, sei un bimbo ed hai un nome e un cognome, addirittura ti si dà del tu come se ti si conoscesse da una vita. Se invece sei un ragazzo di origine cinese, non hai nome e cognome, sei un giovane (ma si sa, quelli là crescono presto) e sei solo un numero in mezzo ad un altro numero, sei solo uno di cinque ragazzi cinesi (tanto quelli non muoiono mai e poi sono tutti uguali come fai a distinguerli).

Questo sul sito dell'ANSA, ma non che altri giornali, anche tanti che poi si scandalizzano per le offese alla ministra Kyenge o per i buh a Balotelli, si comportino meglio.

Una dichiarazione spontanea che mi sorge dal cuore, a tutti voi giornalisti che fate ciò per vendere una copia in più[3]:

Siete FECCIA.

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[1] Non so voi, ma se sto parlando di un dodicenne parlo di ragazzino. Ciò non toglie la gravità di una vita stroncata. Ma capiamoci.
[2] A 12 anni sei solo un bimbo, dopo solo 4 anni non sei neanche ragazzo, sei già giovane.
[3] E magari poi criticate il politico di turno che si richiama alla pancia del Paese con facili appelli contro l'immigrato o contro lo straniero extracomunitario (is the new "negro").

22 set 2013

Alleanza Nazionale

AN era un partito. L`ho sempre pensata diametralmente all`opposto su tutto, ma lo rispettavo. Leggo che dopo il ritorno di Forza Italia molti rivogliono AN.
Fate bene.
Ma se dopo aver rifondato AN continuate ad andare con il pregiudicato togliete ogni dubbio: siete nulla mischiato col niente.

PS Qualcuno nei vari cespugli FdI La Destra e vattelapesca dovrebbe ripensare a come é stato trattato Gianfranco Fini.

8 set 2013

Ciò che siamo, ciò che vogliamo

Non è più tempo di dire, come il grande Montale, ciò che non siamo ciò che non vogliamo.

Noi non non vogliamo Berlusconi [1]
Noi non non vogliamo il liberismo
Noi non non vogliamo Renzi leader del PD e della sinistra
Noi non non vogliamo la DC
Noi non non vogliamo il PCI
Noi non non siamo pacifisti
Noi non non siamo filoamericani
Noi non non siamo guerrafondai
Noi non non vogliamo la destra
Noi non non vogliamo il finanziamento pubblico.
Noi non non siamo nazionalisti.
Noi non non siamo razzisti.
Noi non non siamo omofobi.
Noi non non siamo maschilisti.

È ora di dire una volta per tutte ciò che siamo, ciò che vogliamo.


Noi siamo democratici.
Noi siamo progressisti.
Noi siamo di sinistra.
Noi siamo per la difesa dei più deboli.
Noi vogliamo l'affermazione i diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino.
Noi vogliamo l'applicazione integrale e puntuale della Costituzione della Repubblica Italiana.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 1: l'Italia è fondata sul lavoro. Basta seghe sull'IMU e la TASER, benvenga tassazione del patrimonio se toglie tasse al lavoro.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 2: il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto all'istruzione, il diritto alla diversità non si barattano con niente. E la solidarietà reciproca tra cittadini è un dovere inalienabile di ogni italiano.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 3: non esistono cittadini più uguali di altri davanti alla legge, e gli ostacoli economici che azzoppano l'uguaglianza devono essere rimossi; tutti i cittadini devono avere modo di partecipare alla vita pubblica, nei partiti e fuori. Non devono esserci privilegi per particolari razze, sessi, religioni, lingue, opinioni politiche né condizioni personali e sociali.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 4: non si può avere disoccupazione al 12% e pensare solo a nuove flessibilità. E al contempo, la burocrazia non può impedire ai tanti talenti italiani di creare lavoro per sé e per gli altri strozzando aziende innovative sul nascere con controlli medievali che poi fallano quando si parla di sicurezza sul lavoro per i soliti noti.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 5: il governo centrale deve smettere di affamare gli enti locali che forniscono i diritti[2] ai cittadini. E gli enti locali devono avere solidarietà reciproca, la Lombardia non può pensare di farcela da sola senza la Calabria.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 6: le minoranze linguistiche sono una ricchezza.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 7: la Chiesa avrà sempre diritto di parola e di essere ascoltata; ma il Parlamento e il Governo sono un'altra cosa.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 8: un musulmano onesto non è diverso da un cristiano onesto né da un ebreo onesto. E un musulmano disonesto non è diverso da un cristiano disonesto né da un ebreo disonesto. E ricordiamoci che lo Stato è anche degli atei e degli agnostici.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 9: la ricerca, la cultura, l'ambiente sono la vera identità dell'Italia; e possono e devono esserne il motore dell'economia. Non si può affamare l'università, maltrattarla con riforme su riforme e poi stupirsi del calo di competitività dell'economia nazionale. E quanto ad arte e territorio, se ci chiamano il Bel Paese e vengono da tutto il mondo ci sarà un motivo. Ma se continuiamo a colare cemento abusivo da un lato mentre lasciamo crollare Pompei tutto questo potrebbe finire.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 10: non si estrada uno straniero in un paese dittatoriale, neanche per 100 commesse da miliardi di euro. Serve una vera regolamentazione dell'immigrazione, eliminando quell'orrore detto Bossi Fini che favorisce i delinquenti e mette in carcere i poveracci.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 11: non si insegue nessuno in guerra, ma non si chiudono gli occhi davanti ai genocidi; e occorre ricominciare il processo di integrazione UE altro che uscire dall'euro.
Noi vogliamo l'applicazione dell'articolo 12: che in Parlamento sieda chi dichiara di fare usi poco consoni del Tricolore, simbolo di tanti patrioti grazie ai quali noi siamo qua oggi a parlare, non ci va proprio giù.


Per tutti questi motivi, al congresso del Partito Democratico sosteniamo la candidatura di Pippo Civati [3].


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[1] La serie di doppie negazioni che seguono non afferma
[2] Non chiamiamoli "servizi". Ai servizi si può rinunciare. Ai diritti, vedi articolo 2, no.
[3] Ho parlato al plurale, ma in realtà parlo per me stesso. Chi volesse aggiungersi al mio "pluralis maiestatis" sottoscriva pure nel modo che preferisce.

3 set 2013

Consigli

Oggi sono in vena di consigli.

Un consiglio ai senatori del PDL: mostrate di avere un briciolo di spina dorsale e chiedete al vostro boss di dimettersi. E poi fate finta finalmente di essere un partito e non una banda di molluschi.

Un consiglio ai senatori della Lega: avete ingoiato fin troppa merda per Maroni e Bossi che vogliono stare col pregiudicato. Dove sono finiti i leghisti ruspanti che sventolano i cappi?

Un consiglio ai senatori di Scelta Civica: non date retta a Casini, lotta per sopravvivere. Date all'Italia una destra decente e smettetela di chiamarvi centro, ché non lo siete.

Un consiglio ai senatori del PD: qualcuno al voto segreto farà qualche scherzo. Sono sicuro che ognuno di voi ha almeno un tablet o uno smartphone. Registrate un video mentre votate, vi sentirete sporchi a farlo andando contro le regole, ma è per il bene del partito.

Un consiglio ai senatori del M5S: date un occhio a chi vota di fianco a voi, soprattutto chi lecca troppo il culo a Grillo e Casaleggio.