18 ago 2016

Perché la Riforma Costituzionale aiuterà la sinistra in Italia

Non ricordo più se era D'Alema o l'imitazione di D'Alema fatta da Sabina Guzzanti che diceva "Diciamoci la verità, l'Italia è un Paese fondamentalmente conservatore e di destra". Non è importante se fosse davvero D'Alema o Guzzanti, dato che mi stanno sulle palle entrambi ma su questa cosa, per certi versi, hanno ragione.
Dunque, veniamo alla sinistra: in questo post non mi curo e non mi interessa di sapere se questo o quel partito sia più o meno di sinistra, e non identifico la sinistra italiana con questo o quel partito, ma parlo della sinistra in generale, cioè quell'area politica che propende per l'ugaglianza dei cittadini e per l'aumento della libertà sostanziale, quel concetto espresso stupendamente dal nostro articolo 3.
Dunque, perché la riforma costituzionale aiuterebbe la sinistra?
Inizio con una rapida analisi della stessa. Sì, poteva essere scritta in modo più elegante. Sì, contiene alcuni dettagli da sistemare quando la vedremo all'opera, come i 5 senatori presidenziali e il sistema di elezione dei senatori degli enti locali.
La base e il nucleo della riforma è la ri-statalizzazione di alcuni ambiti (dopo che nel 2001 si è inseguita la Lega sul federalismo) e soprattutto la riforma del Parlamento.
Parentesi: a me il Senato venuto fuori dalla Costituente, con tutto il rispetto per quei grandi personaggi, è sempre stato parecchio sulle scatole: non ho mai capito il motivo [1] per cui nel nostro sistema una legge, un governo debbano essere decisi da un'assemblea che rappresenta tutti gli elettori (la Camera, e fin qui OK) e da un'altra assemblea che rappresenta la parte più anziana degli elettori (il Senato). E col fatto che il Senato è composto in numero dimezzato rispetto alla Camera, il voto di questa parte più anziana vale più del doppio rispetto agli elettori tra 18 e 25 anni. Poi grazie al cazzo che siamo conservatori. Chiusa parentesi.
La riforma del Parlamento trasforma il Senato in un'assemblea che rappresenta non più il corpo elettorale, ma gli enti locali. La rappresentanza del Popolo Sovrano passa ad essere esclusiva della Camera, eletta giustamente a suffragio universale. Eccetto alcune materie, il potere legislativo è appannaggio della Camera, mentre il Senato resta con una funzione tra il controllo e il consultivo, dato che l'ultima parola sulle leggi e la fiducia al Governo sono appannaggio della Camera.
Rinforza l'esecutivo? No, rinforza la stabilità dell'esecutivo. Questo è di destra o di sinistra? Non credo che c'entri nulla, un assetto istituzionale non è di destra o di sinistra, è quel che un governo fa ad essere di destra o di sinistra.
Però sono convinto che un assetto istituzionale con un esecutivo stabile sia un bene per la sinistra italiana, e quest'idea me la sono fatta con l'esperienza di questi oltre vent'anni di cosiddetta Seconda Repubblica.
Quando deve governare, la destra un accordo lo trova. Non importa se bisogna mettere insieme post missini accentratori, leghisti federalisti e secessionisti, presunti liberali e conservatori e reazionari di vario genere uniti solo da xenofobia e omofobia. La destra pur di governare un accordo lo trova, sempre.
La sinistra, invece, intanto per vincere ha bisogno di imbarcare di tutto: coalizioni senza capo né coda in cui ci sono Mastella e Diliberto, DiPietro e i socialisti, radicali, post radicali e radicali liberi, eccetera eccetera. La differenza con la destra è quel che succede dopo la (risicata, in entrambi i casi) vittoria: al contrario della destra, che pur di restare al governo lascia che a guidare il governo sia una forza territoriale e minoritaria come la Lega, la sinistra inizia a litigare perche ogni 1% vuole fare il figo con i voti degli altri.
Per questo, penso ormai da molto tempo che l'unico modo per avere politiche di sinistra sia di "approfittare" delle volte in cui vince la sinistra, dando modo di fare con i pochi governi di sinistra che capitano nella storia italiana delle riforme profonde e durature, perché comunque la destra quando governa è stabile per sua natura.
Per cui, vedo molto meglio un'Italia in cui si abbiano pochi governi di sinistra ma in grado di incidere sul Paese e sulla società che la continuazione di questo stillicidio in cui la sinistra non vince quasi mai e quando vince non è in grado di fare scelte coraggiose perché deve tenere dentro Mastella e Diliberto, DiPietro e i socialisti.

13 lug 2016

De Luca sessista?

Caro frequentatore di internet, se sei giunto qui è perché hai cliccato su un frammento di notizia che ti pareva verosimile. Ti chiedo scusa: ti ho preso per il culo. Ho usato una tecnica chiamata clic-baiting: fare un annuncio truffaldino per convincerti a cliccare sul link e a visitare il mio blog. Inizio col tranquillizzarti: non becco un centesimo dal mio blog, è solo un passatempo.

Ma veniamo alla notizia che ho pubblicato in modo truffaldino su Twitter: non è De Luca il maschietto represso che ha detto quella merda, bensì Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. E la donna vittima di sessismo non è la sindaca Virginia Raggi, ma la ministra Maria Elena Boschi.

Riporto il repertorio, con virgolette nelle citazioni testuali: Boschi dovrebbe "intrattenere il pubblico sull’annosa ansia da prova costume, sull’endemico problema del giro-vita, sulla vexata quaestio della cellulite, o su un argomento a piacere”; “potrebbe intrattenere il pubblico sulla sua voglia di maternità, sul suo nuovo nipotino, su quanto le piacerebbe avere un fidanzato".

Hai imparato qualcosa, navigatore solerte? Spero di sì. Primo, ocio al clic-baiting. Secondo, non ti fermare ai titoli. Terzo, Travaglio è un uomo di merda incapace di criticare una ministra in quanto tale senza riportarla al ruolo di donna/schiava/zittaelava che evidentemente considera unico mestiere degno del genere femminile.

Le iscrizioni al club #anoitravagliocistasulcazzo sono sempre aperte.

28 giu 2016

I sondaggi e la memoria degli italiani: uno studio di caso (6).

Pubblico l'aggiornamento periodico (è un periodo intenso sul lavoro e non solo) del mio studio sistematico dei sondaggi.

La descrizione della tecnica e soprattutto il vademecum alla lettura dei sondaggi li trovate qui.

Visto che la legge elettorale prevede il ballottaggio tra le prime due liste, voglio azzardare una nuova stima: le probabilità di ballottaggio. La tecnica di stima la trovate qui.

NOVITÀ

Si dice spesso che dei sondaggi non bisogna tener conto come cifre assolute, ma conta la tendenza, o per chi si crede più figo il trend (parola perfettamente traducibile con "tendenza"). Ma qui entra un altro fattore di incertezza: chi è la tendenza? O meglio, quanti dati si devono tenere in conto? Quale funzione di base utilizzare per descriverla?

Qua la trama si infittisce, per cui voglio sottoporvi un esperimento: qual è la durata media della memoria degli italiani
Per questo motivo, da oggi fino alle prossime elezioni per la Camera dei Deputati porto avanti 4 diverse stime della tendenza:
  1. Retta di regressione[1] (pesata dalla cardinalità del campione) con supporto "infinito", ovvero dall'inizio dello studio (Giugno 2014. dal primo sondaggio successivo alle Europee) a 15 giorni prima delle elezioni (a meno che questa assurda legge non cambi nel frattempo);
  2. Retta di regressione pesata con supporto pari a 1 anno;
  3. Retta di regressione pesata con supporto pari a 6 mesi;
  4. Retta di regressione pesata con supporto pari a 3 mesi.
Una volta acquisiti i dati relativi alle elezioni Politiche, andrò a calcolare l'errore quadratico medio e l'errore assoluto medio e valuterò qual è il supporto che è andato più vicino a predire la realtà.

Ovvero, stimerò la memoria degli italiani.

Andiamo dunque a vedere caso per caso.

Supporto "infinito"

In pratica è lo studio eseguito fin qui. Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto infinito, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.8 ± 1.5)%
  • PD: (29.5 ± 1.5)%
  • M5S: (28.6 ± 1.5)%
Andando a calcolare l'integrale delle code sovrapposte delle relative gaussiane normalizzate (vedi qui) calcolo le probabilità di ballottaggio. Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 67.0%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 1.6%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 31.4%
Attenzione, per ottenere queste stime ho usato molte ipotesi semplificative, su tutte quella che i dati siano indipendenti, che è sicuramente falsa, ma necessaria per poter fare una trattazione analitica.

Supporto 1 anno

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa un anno? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 1 anno, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.1 ± 1.5)%
  • PD: (31.0 ± 1.5)%
  • M5S: (27.4 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 90.2%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 3.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 6.1%

Supporto 6 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa sei mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 6 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (30.9 ± 1.5)%
  • PD: (30.3 ± 1.5)%
  • M5S: (28.1 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 77.8%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 6.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 15.5%


Supporto 3 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa tre mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 3 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (29.6 ± 1.5)%
  • PD: (30.5 ± 1.5)%
  • M5S: (29.2 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 53.9%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 22.5%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 23.6%


13 mag 2016

I sondaggi e la memoria degli italiani: uno studio di caso (5).

Pubblico l'aggiornamento periodico (sto cercando di avere cadenza circa mensile) del mio studio sistematico dei sondaggi.

La descrizione della tecnica e soprattutto il vademecum alla lettura dei sondaggi li trovate qui.

Visto che la legge elettorale prevede il ballottaggio tra le prime due liste, voglio azzardare una nuova stima: le probabilità di ballottaggio. La tecnica di stima la trovate qui.

NOVITÀ

Si dice spesso che dei sondaggi non bisogna tener conto come cifre assolute, ma conta la tendenza, o per chi si crede più figo il trend (parola perfettamente traducibile con "tendenza"). Ma qui entra un altro fattore di incertezza: chi è la tendenza? O meglio, quanti dati si devono tenere in conto? Quale funzione di base utilizzare per descriverla?

Qua la trama si infittisce, per cui voglio sottoporvi un esperimento: qual è la durata media della memoria degli italiani
Per questo motivo, da oggi fino alle prossime elezioni per la Camera dei Deputati porto avanti 4 diverse stime della tendenza:
  1. Retta di regressione[1] (pesata dalla cardinalità del campione) con supporto "infinito", ovvero dall'inizio dello studio (Giugno 2014. dal primo sondaggio successivo alle Europee) a 15 giorni prima delle elezioni (a meno che questa assurda legge non cambi nel frattempo);
  2. Retta di regressione pesata con supporto pari a 1 anno;
  3. Retta di regressione pesata con supporto pari a 6 mesi;
  4. Retta di regressione pesata con supporto pari a 3 mesi.
Una volta acquisiti i dati relativi alle elezioni Politiche, andrò a calcolare l'errore quadratico medio e l'errore assoluto medio e valuterò qual è il supporto che è andato più vicino a predire la realtà.

Ovvero, stimerò la memoria degli italiani.

Andiamo dunque a vedere caso per caso.

Supporto "infinito"

In pratica è lo studio eseguito fin qui. Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto infinito, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.9 ± 1.5)%
  • PD: (30.1 ± 1.5)%
  • M5S: (27.9 ± 1.5)%
Andando a calcolare l'integrale delle code sovrapposte delle relative gaussiane normalizzate (vedi qui) calcolo le probabilità di ballottaggio. Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra:84.3%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 1.1%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 14.6%
Attenzione, per ottenere queste stime ho usato molte ipotesi semplificative, su tutte quella che i dati siano indipendenti, che è sicuramente falsa, ma necessaria per poter fare una trattazione analitica.

Supporto 1 anno

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa un anno? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 1 anno, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.2 ± 1.5)%
  • PD: (31.2 ± 1.5)%
  • M5S: (27.3 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 91.9%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 3.2%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 4.9%

Supporto 6 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa sei mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 6 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.8 ± 1.5)%
  • PD: (31.5 ± 1.5)%
  • M5S: (25.7 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 99.5%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 0.2%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 0.4%

Supporto 3 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa tre mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 3 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (32.6 ± 1.5)%
  • PD: (30.3 ± 1.5)%
  • M5S: (27.7 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 88.1%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 0.3%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 11.5%


17 apr 2016

Sbanca la bufala 7 - Liste pseudocasuali (parte prima)

Il buon Giovanni Di Blasi, se questo è il vero nome di @giova_enon, ha voluto portare delle prove alla richiesta di esporre il nome di un condannato definitivo nel PD. Ha linkato diversi siti, inizio dal primo: "La pazienza è finita". Riporterebbe la lista degli "indagati/condannati in Parlamento", rifacendosi al 2012. Io mi occupo dei parlamentari (o ex, visto che nel frattempo si è votato) del PD, per quelli degli altri partiti beh, se ne occupino i loro militanti, se ne hanno.

Inizio con quelli già trattati in altri post: De Luca (assolto con formula piena, fonte), Genovese (fuori dal PD, fonte), Rigoni prosciolto per prescrizione per un presunto abuso edilizio, fonte). Andiamo avanti.

Bernardini Rita: militante radicale, ha ceduto per atto politico della marijuana. Sono antiproibizionista, questo è un merito, non un problema (fonte). Peraltro assolta "perché il fatto non è reato", altro che indulto.

Castagnetti Pierluigi: assolto per intervenuta prescrizione, comunque si è ritirato a vita privata (fonte).

Crisafulli Vladimiro: fu indagato per concorso esterno, indagine archiviata perché il personaggio con cui parlò all'epoca era pulito e insospettabile (fonte); l'indagine su "Messina Ambiente" non si sa cosa sia, un'indagine per abuso d'ufficio per l'asfaltatura della via di casa sua si è conclusa per prescrizione (fonte). Come riportato nella fonte, ha mandato a fare in culo un boss mafioso.

D'Alema Massimo: iniziamo dicendo che non ha più nessun ruolo pubblico; in secondo luogo, tale finanziamento non è "accertato", ma "non escluso" dal giudice. E nessuna prescrizione, vi fu un'amnistia (fonte).

Esposito Stefano: questa storia delle firme false e dell'oblazione compare in molte fonti inaffidabili, comunque lo stesso sito dice che è stato prosciolto nel 2007, riportato anche da Scanzi sul Fatto, tramite Dagospia ma senza menzione di tale oblazione (quindi da prendere con le molle, qui).

Laganà Fortugno Maria Grazia: è stata assolta  da tutte le accuse (fonte). Una nota: la 'Ndrangheta le ha ammazzato il marito, non è cosa inverosimile che abbia tentato di infangarne il nome.

Lolli Giovanni: non è mai stato rinviato a giudizio; fu indagato (peraltro da Michele Emiliano, prima che entrasse in politica), ma il rinvio a giudizio non avvenne mai (fonte).

Lumia Giuseppe: prima ancora di verificare, "querelato per diffamazione dal suo ex addetto stampa". Come dire, me' cojoni, gravissimo. Verifichiamo. Intanto, parliamo del Presidente della Commissione Antimafia che Provenzano voleva uccidere (fonte). In secondo luogo, l'addetto stampa è stato anche condannato a pagare le spese legali (fonte).

Luongo Antonio: è defunto (fonte), comunque era stato prosciolto (fonte).

Lusetti Renzo: è uscito dal PD ed entrato nell'UDC nel 2010 (fonte).

Papania Antonio: vero, ha patteggiato. Afferma di averlo fatto per levarsi il pensiero, consigliato dal suo avvocato, e che non lo rifarebbe (fonte). Peraltro si tratta di reato compiuto nell'esercizio delle proprie funzioni.

Tedesco Alberto: dopo che l'autorizzazione all'arresto fu respinta dalla maggioranza di destra (fonte), Tedesco lascia il PD (fonte). Peraltro poi è stato anche prosciolto (fonte).

Visco Vincenzo: mentre la procura richiedeva il proscioglimento, il giudice decideva comunque per la condanna. Il grande reato è la costruzione di un tetto a un garage. Minchia oh, roba forte (fonte). Come si può leggere, peraltro, il grande reato veniva dal fatto che aveva ottenuto l'autorizzazione del Comune ma non quella della Sovrintendenza.

Conclusione:molti falsi, svariate imprecisioni, e comunque molti vecchi ormai ritirati. Un lettore attento potrà notare che non c'è nessun condannato definitivo eccetto Visco per il garage(...).

Infine, la cosa più importante di tutte: come dimostrano casi eclatanti come De Luca, Penati, Errani, Bonaccini, Richetti, indagato (e.g. Bonaccini) non significa colpevole, imputato (e.g. Richetti, Penati) non significa colpevole e neanche condannato in primo grado (e.g. Errani, DeLuca) significa colpevole.

Aggiungo una considerazione personale: la Costituzione protegge i parlamentari e i membri del Governo dall'essere accusati per gli atti compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni. Ad oggi, purtroppo, ciò non è esteso agli amministratori, e dato che ora hanno poteri non semplicemente amministrativi ma fanno vere e proprie leggi (le leggi regionali, ad esempio) si dovrebbe ragionare su ciò.
Cosa vuol dire? Vuol dire che se un legislatore o un organo di governo fa un atto contrario alla legge, devono essere gli elettori a decidere.

7 apr 2016

The new wave - La nuova onda (su Globalizzazione e disuguaglianza)

La nuova onda

Si sa sorprendentemente poco sulle cause delle disuguaglianze. Un economista serbo-statunitense propone una teoria interessante.

Dalla sezione "Books and arts" dell'edizione cartacea, recensione del libro Global Inequality: A New Approach for the Age of Globalisation di Brank Milanovic (Belknap, 299 pagine, 29.95$/22.95£, Harvard University Press)
(Traduzione dall'articolo originale dell'Economist reperibile qui)

È un periodo ottimo per studiare le disuguaglianze. Thomas Piketty, economista francese, ha posto la pietra di paragone nel 2014 con la pubblicazione e grande diffusione del suo Il Capitale nel XXI secolo. Il libro tracciava i contorni della crisi all'interno di una nuova teoria di storia economica. La disuguaglianza, che è andata a diminuire dagli anni '30 (del 900) fino ai '70, si è rapidamente innalzata tornando ai livelli della Rivoluzione Industriale, ha detto Piketty. Ora Brank Milanovic, economista al Luxembourg Income Study Centre e alla City University of New York, ha scritto un seguito esauriente. Nel quale conferma quanto poco si sappia sui parametri economici di competitività (livello di disoccupazione, tasso d'inflazione, politiche fiscali, stabilità di governo) nel lungo termine.

In un certo senso, Global Inequality è un libro meno ambizioso rispetto a Il Capitale. È più breve, ed è scritto più in forma di articolo accademico, rispetto al più scolastico e divulgativo Piketty.

Come Piketty, Milanovic inizia con pile di dati assemblati su anni di ricerca. Mette le tendenze di diverse nazioni in un contesto globale. Negli ultimi 30 anni, i guadagni dei lavoratori "mediani" rispetto alla distribuzione mondiale di guadagno (ad esempio gli operai di fabbrica in Cina) sono cresciuti con tasso pari all'aumento del guadagno dell'1% più ricco (vedi grafico). Allo stesso tempo,

i guadagni della classe lavoratrice nelle economie avanzate è rimasta uguale. Questa dinamica ha contribuito a creare una sorta di middle class mondiale. Ha anche causato, per la prima volta dall'inizio dell'industrializzazione, una stabilizzazione se non addirittura una diminuzione della disuguaglianza mondiale.

Per aiutare il lettore a interpretare questi dati, Milanovic introduce una serie di semplici e lineari modelli mentali. Milanovic nota, per esempio, che all'alba dell'industrializzazione il fattore preponderante nella differenza tra ricchi e poveri era la disuguaglianza intra-nazionale (ovvero di classe). Dopo l'industrializzazione, invece, la disuguaglianza inter-nazionale (ovvero geografica) ha preso il sopravvento. Ma man mano che la differenza tra nazioni si assottigliava, il fattore intra-nazionale/di classe ha ripreso importanza. Milanovic aggiunge sale alla discussione con commenti interessanti, ad esempio sul fatto che guadagni e disuguaglianza calarono nel corso dell'Impero Romano.
Il contributo più importante di Milanovic è sulle "onde di Kuznets", che propone come alternativa alle teorie della disuguaglianza accettate attualmente. Simon Kuznets, un economista del secolo scorso, sosteneva che la disuguaglianza è bassa a bassi livelli di sviluppo, cresce durante le fasi di industrializzazione e decade quando le nazioni raggiungono la maturità economica; un'alta disuguaglianza è l'effetto collaterale temporaneo del processo di sviluppo. Piketty ha offerto una spiegazione alternativa: che alti livelli di disuguaglianza siano lo stato naturale delle economie moderne. Solo eventi rari, come le due Guerre Mondiali e la Grande Depressione degli anni '30 interrompono questo equilibrio.

Milanovic ritiene che entrambi i modelli siano errati. Suppone che la disuguaglianza abbia un andamento ciclico nel corso della storia: l'andamento delle curve di Kuznets. Nel periodo pre-industriale, queste onde erano governate dalle dinamiche Malthusiane: la disuguaglianza cresceva quando una nazione viveva un momento magico di buona fortuna e buoni guadagni, e diminuiva veolcemente quando una guerra o una carestia riportavano il guadagno medio ad un livello di sussistenza. Con l'industrializzazione, le variabili che contribuiscono alle curve di Kuznets cambiano: diventano Tecnologia, Apertura e Politica (technology, openness and policy - TOP). Nel XIX secolo progresso scientifico, globalizzazione e spinte politiche si sono rinforzati mutuamente come onde in fase, producendo un cambiamento economico senza precedenti. I lavoratori si sono spostati in massa dalle fattorie alle fabbriche, i guadagni sono aumentati e così anche la disuguaglianza, e il mondo è diventato interconnesso in un modo inimmaginabile fino a pochi anni prima. Poi una combinazione di forze sia maligne (guerre e rivoluzioni) che benigne (aumento della scolarizzazione) hanno compresso la disuguaglianza, portandola al livello minimo degli anni '70.

Da allora in poi, il mondo ricco ha cavalcato una nuova onda di Kuznets, spinto da un'altra era di cambiamento economico. Il progresso tecnologico e il commercio si sono sommati costruttivamente in fase per spremere i lavoratori, dice Milanovic; la tecnologia low cost prodotta nei Paesi in via di sviluppo indebolisce direttamente il potere contrattuale dei lavoratori dei Paesi ricchi, e permette alle aziende di sostituire le persone con le macchine. La diminuzione del potere economico dei lavoratori si accosta alla diminuzione del potere politico degli stessi, dato che i ricchi usano le loro fortune per influenzare le elezioni.

A questa diagnosi si aggiunge un elemento predittivo: Milanovic si aspetta che la disuguaglianza del mondo ricco aumenti, specialmente in America, prima di tornare a scendere. Soprattutto, afferma che la parte discendente della curva di Kuznets della disuguaglianza sia un inevitabile risultato della parte ascendente. Là dove Piketty vede gli eventi storici che hanno compresso la disuguaglianza come casi eccezionali, Milanovic ritiene che siano l'effetto diretto dell'aumento della disuguaglianza [1]. La ricerca di di opportunità di investimenti esteri ha generato l'imperialismo e preparato i presupposti per la guerra. Ci sono delle similitudini, anche se da prendere con le molle, con l'economia moderna: le economie ricche appaiono stagnanti e quelle ricchissime hanno difficoltà a trovare posti in cui investire per aumentare il loro benessere.

L'analisi di Milanovic lo porta a vedere nero per il futuro. L'America gli appare in caduta libera verso una plutocrazia antidemocratica, in conseguenza allo stato attuale di aumento della sicurezza. In Europa la xenofobia è in crescita. La buona notizia è che le economie emergenti probabilmente continueranno nel loro cammino verso i Paesi ricchi, sempre tenendo conto che ciò non è garantito e potrebbe essere ostacolato da  crisi politiche in Cina o in altri mercati.

La conclusione del libro è un po' insoddisfacente. Una teoria per cui la disuguaglianza in aumento innesca sommovimenti sociali di compensazione è intuitivamente accettabile, ma lascia anche molte domande importanti senza risposta. Quand'è che il prodotto della disuguaglianza è la guerra, quando la rivoluzione? I governi sono alla mercé dei cicli di Kuznets o possono agire anticiclicamente per appiattire le onde ed evitare le crisi dovute alle disuguaglianze? Il contributo di Milanovic è alla fine simile a quello di Piketty. I dati che fornisce offrono un quadro più chiaro dell'enorme puzzle economico, e la sua interessante teoria spazza via le vecchie e stanche ortodossie economiche. Ma la teoria serve tanto a rivelare la grande ignoranza contemporanea quanto a illuminare la meccanica dell'economia globale.


I sondaggi e la memoria degli italiani: uno studio di caso (4).

Pubblico l'aggiornamento periodico (sto cercando di avere cadenza circa mensile) del mio studio sistematico dei sondaggi.

La descrizione della tecnica e soprattutto il vademecum alla lettura dei sondaggi li trovate qui.

Visto che la legge elettorale prevede il ballottaggio tra le prime due liste, voglio azzardare una nuova stima: le probabilità di ballottaggio. La tecnica di stima la trovate qui.

NOVITÀ

Si dice spesso che dei sondaggi non bisogna tener conto come cifre assolute, ma conta la tendenza, o per chi si crede più figo il trend (parola perfettamente traducibile con "tendenza"). Ma qui entra un altro fattore di incertezza: chi è la tendenza? O meglio, quanti dati si devono tenere in conto? Quale funzione di base utilizzare per descriverla?

Qua la trama si infittisce, per cui voglio sottoporvi un esperimento: qual è la durata media della memoria degli italiani
Per questo motivo, da oggi fino alle prossime elezioni per la Camera dei Deputati porto avanti 4 diverse stime della tendenza:
  1. Retta di regressione[1] (pesata dalla cardinalità del campione) con supporto "infinito", ovvero dall'inizio dello studio (Giugno 2014. dal primo sondaggio successivo alle Europee) a 15 giorni prima delle elezioni (a meno che questa assurda legge non cambi nel frattempo);
  2. Retta di regressione pesata con supporto pari a 1 anno;
  3. Retta di regressione pesata con supporto pari a 6 mesi;
  4. Retta di regressione pesata con supporto pari a 3 mesi.
Una volta acquisiti i dati relativi alle elezioni Politiche, andrò a calcolare l'errore quadratico medio e l'errore assoluto medio e valuterò qual è il supporto che è andato più vicino a predire la realtà.

Ovvero, stimerò la memoria degli italiani.

Andiamo dunque a vedere caso per caso.

Supporto "infinito"

In pratica è lo studio eseguito fin qui. Il grafico è il seguente:

Supporto infinito: dal 20/giu/2014 al 30/mar/2016
Considerando dunque una regressione a supporto infinito, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.5 ± 1.5)%
  • PD: (30.7 ± 1.5)%
  • M5S: (27.3 ± 1.5)%
Andando a calcolare l'integrale delle code sovrapposte delle relative gaussiane normalizzate (vedi qui) calcolo le probabilità di ballottaggio. Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 92.0%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 1.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 6.3%
Attenzione, per ottenere queste stime ho usato molte ipotesi semplificative, su tutte quella che i dati siano indipendenti, che è sicuramente falsa, ma necessaria per poter fare una trattazione analitica.

Supporto 1 anno

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa un anno? Il grafico è il seguente:

Supporto 1 anno: dal 30/mar/2015 al 30/mar/2016
Considerando dunque una regressione a supporto 1 anno, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (30.6 ± 1.5)%
  • PD: (31.2 ± 1.5)%
  • M5S: (27.6 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 87.6%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 5.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 6.7%

Supporto 6 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa sei mesi? Il grafico è il seguente:

Supporto 6 mesi: dal 30/set/2015 al 30/mar/2016
Considerando dunque una regressione a supporto 6 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.0 ± 1.5)%
  • PD: (32.4 ± 1.5)%
  • M5S: (25.1 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 99.8%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 0.1%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 0.1%

Supporto 3 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa tre mesi? Il grafico è il seguente:

Supporto 3 mesi: dal 30/dic/2015 al 30/mar/2016
Considerando dunque una regressione a supporto 3 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (30.1 ± 1.5)%
  • PD: (33.0 ± 1.5)%
  • M5S: (24.9 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 99.8%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 0.1%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 0.1%


30 mar 2016

Perché scienza e giustizia non dovrebbero mai incrociarsi

E dunque, arrivò finalmente la prova scientifica che la Xylella fastidiosa è la causa del disseccamento degli ulivi nella mia terra (qui).
Da subito, per istinto, mi sono schierato con gli scienziati; e non mi sono schierato contro la Procura di Lecce (che ricordiamo per altre clamorose minchiate sul caso Di Bella da parte di un PM casualmente poi candidato dall'IdV, fonte), ma con gli scienziati.
Non è la prima volta che gli scienziati vengono messi in stato d'accusa da parte della giustizia con motivazioni risibili (ricordiamo il caso L'Aquila, con gli scienziati ovviamente e fortunatamente assolti ma nel frattempo rovinati a livello di reputazione e di vita).

Non voglio entrare nel merito di nessuna di queste questioni, voglio spiegare, da uomo di scienza quale cerco di essere, perchè scienza e giustizia non dovrebbero mai incrociarsi.

Chiunque abbia fatto l'università in settori scientifici o giuridici, conosce la contrapposizione naturale tra questi due ambiti: la legge è il regno della forma, la scienza è il regno della sostanza.

Attenzione: non intendo essere trascinato in un dibattito su quale delle due sia migliore, perché semplicemente un migliore non c'è, sono cose diverse ed è bene che siano diverse.

È giusto che la legge sia il regno della forma: siamo uno Stato di diritto, ed è giusto e sacrosanto che gli arresti, le indagini, i processi siano condotti in un certo modo; anche e persino quando ciò produce delle storture (vedi i mafiosi scarcerati da Carnevale per vizi di forma). Perché non è giusto che la polizia ottenga prove in modo illecito (i.e. torturando o estorcendo confessioni), non è giusto che un imputato non abbia un difensore in grado di difenderlo, non è giusto che si ottengano prove con una perquisizione non autorizzata, eccetera eccetera.

È giusto che la scienza sia il regno della sostanza: soprattutto per quanto riguarda tecnica e tecnologia, che solo per questo post includo sotto la voce "scienza", non importa se dentro il PC ci sono MOSFET o nani vestiti di rosso, è importante che il PC faccia i conti che deve fare. Quanto alla scienza propriamente detta, non si contano le scoperte fatte seguendo metodi non convenzionali.

È giusto, perdio, che ognuno di questi ambiti rimanga così com'è. E che rimangano separati. Perché la scienza, per sua natura, non può mai avere certezze assolute. Quando qualcuno parla di "scienza esatta" sta usando un'espressione che non è altro se non un modo di dire, dal momento che le scienze non sono mai esatte in quanto per definizione partono da misure sperimentali affette da incertezza. In effetti il modo di dire "scienza esatta" è un'errata traduzione dall'inglese "hard science", da contrapporre alle scienze sociali o "soft science", ovvero quelle discipline che utilizzano metodi scientifici ma non sono scienze propriamente dette in quanto trattano argomenti troppo variabili (sociologia, psicologia, scienza politica, etc.)
La scienza è dunque il regno dell'incertezza: per gli strumenti dell'epoca, la Teoria Newtoniana della Gravitazione era assolutamente valida, poi misurando meglio si è notato che non era così.

La legge, invece, deve essere ed è il regno della certezza: non si mette in galera la gente nel dubbio che sia innocente (sempre partendo dal presupposto di trovarsi in uno Stato di diritto), una società più giusta si ottiene con la certezza della pena.

La legge non può ammettere, per definizione, l'incertezza che definisce la scienza. Ecco perché la giustizia, quando si parla di scienza, dovrebbe farsi da parte. Del resto, la scienza a colpi di processi l'ha conosciuta Galileo. E dovrebbe bastare, come esempio di quanto sia sbagliato procedere in scienza a colpi di processi.

29 mar 2016

Consiglio europeo, migranti: cosa farebbe (avrebbe dovuto fare, ormai) un vero governo europeo

Lettera aperta ai Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea

(Tradotto dall'originale pubblicato da Spinelli Group, reperibile qui)

Egregi Capi di Stato e di Governo,
l'Europa sta affrontando un momento o la va o la spacca. Alla riunione del Consiglio Europeo del 17 marzo dovrete prendere delle decisioni risolute per dimostrare agli Stati membri e ai cittadini Europei che è possibile risolvere la crisi dei migranti con soluzioni europee comuni. L'alternativa sarà un pastrocchio di misure nazionali che aggraverano ulteriormente la crisi dei migranti e infliggeranno un nuovo colpo alla coesione e integrazione europea. Noi vi spingiamo a supportare le proposte della Commissione Europea di ritirare la re-introduzione dei controlli alle frontiere interne e di ristabilire la piena attuazione degli accordi di Schengen quanto prima, preferibilmente prima della fine dell'anno. Sulla base degli attuali trattati, potete decidere di stabilire urgentemente una Guardia delle Coste e delle Frontiere Europee.
Questa avrebbe la competenza e le risorse per supportare ed intervenire quando le autorità di frontiera nazionali degli Stati membri più esposti dovessero affrontare situazioni oltre le proprie capacità. Contemporaneamente, dovete spingere il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea ad adottare rapidamente il pacchetto legislativo per una Guardia delle Coste e Frontiere permanente, come proposto dalla Commissione, ed aumentarne significativamente l'ambito di utilizzo in termini di personale, risorse proprie e mezzi. Questo deve essere il primo passo di un piano per integrare progressivamente tutte le forze di frontiera nazionali in un unico sistema di gestione delle frontiere europee, con l'obbiettivo di gestire efficacemente le frontiere comunitarie. Vi spingiamo a mettere in moto una revisione del Regolamento di Dublino che assicuri un'equa distribuzione di tutti i rifugiati e migranti tra tutti gli Stati membri, nello spirito della solidarietà europea, portando avanti il meccanismo di rilocazione degli insediamenti su cui vi siete accordati lo scorso dicembre. Il suo scopo deve essere allargato per coprire tutti i rifugiati in arrivo sul suolo europeo, e la Commissione deve ricevere la competenza e le risorse richieste per l'implementazione diretta di tale meccanismo. Questa è l'unica strada percorribile per assicurare che la UE possa essere all'altezza del suo compito ed integrare il gran numero di persone che cercano asilo in Europa.
Un patto con la Turchia è necessario per affrontare l'emergenza, ma serve che ci si assicuri che la UE ottemperi ai suoi obblighi sotto il diritto internazionale. Il patto deve permettere alla UE ti mantenere il controllo di chi può entrare e sotto quali condizioni. La valutazione su chi abbia titolo all'asilo o alla protezione internazionale dell'Unione Europea non deve essere demandata alle autorità turche. Questa responsabilità dev'essere attuata con personale UE in loco, cooperante con le autorità turche, che si assicuri che la UE soddisfi i suoi obblighi di legge e dia protezione internazionale a chi ne ha diritto. Tutti i rifugiati che ottengano tale status devono essere equamente e proporzionalmente distribuiti tra gli Stati membri. Lo stato, le condizioni e il trattamento di tutti i migranti che non fossero trasferiti in UE devono essere monitorati dalla UE e devono sottostare al diritto internazionale e agli standard dettati dai diritti umani. Oggi, come al tempo della crisi finanziaria, siete chiamati ad agire come se foste un Governo Europeo d'Emergenza. Comunque, un collettivo di 28 governi nazionali democratici (ognuno con il suo elettorato, diverse priorità e proccupazioni quotidiane nazionali) non può eguagliare un permanente, democratico ed efficiente Governo Europeo. È urgente che iniziate una riflessione e si accenda un dibattito col Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali su una riforma del sistema di governo dell'Unione Europea. all'interno e anche oltre gli attuali trattati, che assicuri che, basandosi sulla Commissione Europea, la UE trovi il suo vero e permanente governo che guardi l'Unione Europea nella sua interezza e possa agire in modo tempestivo ed efficace,

Mercedes Bresso (Eurodeputata, PSE)
Elmar Brok (Presidente della Commissione Parlamentare per gli Affari Esteri, PPE)
Pascal Durand (Eurodeputato, Verdi/ALE)
Sylvie Gouylard (Eurodeputata, ALDE)
Danuta Hubner (Presidente della Commissione Parlamentare per gli Affari Costituzionali, PPE)
Jo Leinen (Eurodeputato, PSE)
Ulrike Lunacek (Eurodeputata, Verdi/ALE)
Guy Verhofstadt (Presidente del gruppo ALDE all'Europarlamento)

pubblicato su www.spinelligroup.eu






Giustizia in ritardo, non negata, in Bosnia

Traduzione dell'articolo del Prof. David Scheffer reperibile qui.

David Scheffer è Docente di Giurisprudenza alla Northwestern University ed ex ambassador-at-large degli USA per i Crimini di Guerra; ha scritto All the Missing Souls: A Personal History of the War Crimes Tribunals.

Giustizia in ritardo, non negata, in Bosnia

Chicago - Il 24 marzo, il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia (TPIJ) ha condannato Radovan Karadzic (leader politico dei serbo-bosniaci durante le guerre dei Balcani degli anni '90) a 40 anni di prigione per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Si tratta di una sentenza che influenzerà profondamente la giurisprudenza internazionale, agirà come deterrente per chi potrebbe commettere atrocità e aprirà la possibilità di una riconciliazione politica in Bosnia. Ai leader fuorilegge, come quelli di Siria, Sudan, Sud Sudan, Russia e Daesh, si rammenta la loro vulnerabilità alla giustizia internazionale.

Gli aspiranti criminali di guerra non sono gli unici che dovrebbero ragionare attentamente sul verdetto. La visione incendiaria di Karadzic ("i Musulmani non possono convivere con gli altri", ha detto una volta) ancora risuona sinistra in un'Europa che ha paura di ospitare centinaia di migliaia di rifugiati musulmani e nella campagna elettorale anti-immigrazione (nativist nell'originale, NdT) di Donald Trump e Ted Cruz negli USA.

Vent'anni fa, nel 1996, ero Senior Counsel (circa consigliere giuridico, vedi qui, NdT) per Madeleine Albright (Segretario di Stato USA durante la seconda amministrazione Clinton, NdT), poi ambasciatore USA presso le Nazioni Unite. Spingemmo molto sul Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti per l'arresto di Karadzic; il mandato fu poi emesso dal TPIJ un anno dopo, insieme a quello per il generale serbo-bosniaco Ratko Mladic, il cui processo è tuttora in corso all'Aja. Per anni, comunque, entrambi hanno eluso la cattura, in parte perché molti ufficiali NATO e USA non erano pronti ad accettare i rischi associati al loro arresto.

Questa vigliaccheria (timidity, NdT) fu un errore. Per anni, ciò ha permesso a Karadzic e Mladic di influenzare la politica bosniaca e di farsi beffe della legge. I loro processi, seguiti al loro arresto in Serbia meno di un decennio fa, ha rivelato le prove di atti di ferocia che non si vedevano in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

I crimini di Karadzic erano la ragione primaria per cui l'allora Presidente Bill Clinton creò la carica di Ambasciatore USA per i Crimini di Guerra, e per cui il Senato mi confermò in questa carica durante la seconda amministrazione Clinton. Karadzic ha fatto sprofondare la sua nazione negli abissi dell'inferno, e poi, incriminato, si è dato alla fuga.

Gli USA avevano bisogno di una figura che si occupasse a tempo pieno di supportare i tribunali che avrebbero portato lui ed altri geni del male davanti alla giustizia. E infatti, la sua condanna dimostra ulteriormente il ruolo cruciale che gli USA hanno giocato nel perseguimento della giustizia internazionale, iniziato a Norimberga e che continua tuttora.

Le vittime musulmane bosniache hanno aspettato per decenni che una corte internazionale giudicasse la pulizia etnica che subirono (specialmente nel 1992, anno peggiore del conflitto) come genocidio. È significativo che il tribunale abbia giudicato Karadzic colpevole di crimini contro l'umanità durante la guerra, perché questi tipi di crimine possono essere mostruosi come il genocidio. Il tribunale ha anche sentenziato che gli atti del genocidio (uccidere i musulmani e "causare serie dolore mentale o fisico") furono commessi quando i serbo-bosniaci attaccarono sette città a maggioranza musulmana nel 1992. I giudici hanno sentenziato che non ci sono sufficienti prove che Karadzic volesse sterminare in toto o in parte la popolazione musulmana della nazione per condannarlo per genocidio per il suo ruolo nella pulizia etnica.

Sarajevo, la capitale, è stata per tre anni affamata, bombardata e sotto tiro dei cecchini, causando la morte di migliaia di musulmani bosniaci. Mentre l'Occidente esitava, Karadzic sosteneva l'assedio della città e metteva in opera lo sterminio dei suoi abitanti. Il tribunale lo ha condannato per "diffusione del terrore", un crimine di guerra di massa, e per l'uccisione di civili a Sarajevo, di fatto etichettandolo come terrorista, non diverso da quelli che stanno sterminando musulmani, yazidi e cristiani in Iraq e Siria oggi (grassetto mio, NdT).

In particolare, Karadzic è stato condannato per genocidio per il massacro di migliaia di musulmani a Srebrenica nel 1995. Per i sopravvissuti della guerra di Bosnia, questo verdetto dimostra che l'atto culminante della sua leadership criminale fu in effetti categorizzabile come genocidio.

Infine, l'oscena tattica, utilizzata da Karadzic nel maggio 1995, di accerchiare i Caschi Blu, trattandoli come ostaggi per intimidire la NATO, ha portato alla condanna anche per crimini di guerra. Ciò sarà ricordato ogni volta che i Caschi Blu saranno chiamati a gestire situazioni conflittuali in giro per il mondo.

Il verdetto ha anche importanti ripercussioni sulla futura politica bosniaca. L'Accordo di Dayton, che mise fine alla guerra nel 1995, non è riuscito a ricomporre le fratture tra le componenti etniche della Bosnia, e la nazione ha ricominciato a scivolare nel tumulto e nel rischio secessione. Durante la mia visita in Bosnia, le vittime dei crimini di Karadzic mi hanno detto che hanno bisogno di vedere che la verità sia riconosciuta, prima di potersi riconciliare con i vicini serbi.

Finora, la verità è stata lenta a rivelarsi. L'attuale presidente Presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, Milorad Dodik, ha usato la negazione del genocidio per sostenersi al potere e soffiare sul fuoco del secessionismo. Ma la condanna di Karadzic per genocidio toglie la maschera alla sua propaganda divisiva. Con questo verdetto, forse un riavvicinamento tra musulmani e serbi può finalmente avere inizio.

La lezione che i politici in Europa e USA (e ovunque) dovrebbero trarre dal giudizio è che stanno giocando col fuoco nel cercare vantaggi elettorali con attacchi ai musulmani. Come gli eventi in Bosnia nei '90 e in Siria e Iraq oggi dimostrano tragicamente, il fuoco su cui soffiano può facilmente degenerare in esplosione.

Karadzic ricorrerà in appello. Ma d'ora in poi i sopravvissuti alle sue atrocità potranno smettere di vivere nel passato e potranno finalmente guardare al futuro.

24 mar 2016

Sbanca la bufala 6 - Ritorno di fiamma

I meme su Mafia Capitale si sprecano, anche perché il PD Roma ha obiettivamente combinato uno schifo. Del resto è per questo che c'è stato il commissariamento, l'analisi di Barca sullo stato dei circoli e il repulisti. Del resto, è per questo che Morassut, segretario cittadino, ha chiesto scusa ai cittadini a nome del PD.
Sì, il PD Roma ha fatto schifo, ma questo non è un buon motivo per mentire. Ecco il meme di oggi


Tralasciamo il fatto che ovviamente, Orfini ha fatto questa dichiarazione quando non c'era alcun motivo di allarme. Possiamo parlare del fatto che si dovesse stare più attenti, ma questo è un discorso politico, questo post si occupa solo di rettificare le bufale riconducendole a realtà.

Doverosa premessa

  1. Ricordo a tutti di verificare il significato di indagato, archiviato, rinviato a giudizio, imputato etc.
  2. Ricordo sempre che una persona, da articolo 27 della Costituzione, è innocente fino alla sentenza definitiva.
  3. Ricordo che qui nessuno difende i ladri: chi commette reati deve pagare la giusta pena e levarsi dalle palle. Qui si verificano eventuali bufale che girano in rete.
Alcuni nomi sono già noti a questo blog, e rimando ai post relativi per le fonti.

Nel primo episodio sono comparsi (mi occupo solo di quelli segnalati come PD):
Salvatore Buzzi (non del PD) e Luca Odevaine (non del PD, ma ascrivibile alla responsabilità oggettiva di Veltroni), 

Nel terzo episodio sono comparsi:
Stefano Bravo (non del PD), Mirko Coratti (PD), Franco Figurelli (PD), Guido Magrini (circa PD), Michele Nacamulli (PD), Daniele Ozzimo (PD), Brigidina "Dina" Paone (non del PD), Pierpaolo Pedetti (PD), Andrea Tassone (PD).

Passiamo dunque ai nomi nuovi:

Anna Aloisi: non è del PD, ma di NCD (fonte); inoltre i PM la considerano vittima (fonte), qundi FALSO DOPPIO.

Carlo Cotticelli: è del PD; ma non risulta né indagato né coinvolto in altro modo in Mafia Capitale. In quanto tesoriere del PD Roma, avendo riscontrato difficoltà finanziarie del partito che rischiavano di lasciare senza stipendio i dipendenti, ha regolarmente registrato una donazione legale da parte della Coop "29 giugno" di Buzzi, ottenuta quando non c'erano indagini a carico di Buzzi (o non erano pubbliche, almeno). Si noti che altro che coinvolto, aveva lanciato un segnale d'allarme sullo stato del PD romano (fonte). Quindi FALSO.

Eugenio Patané: è del PD, è indagato, si è sospeso dal partito, quindi vero (fonte).

Maurizio Venafro: è del PD, si è dimesso e sospeso dal partito, vero (fonte).

Marco Vincenzi: è del PD, è rinviato a giudizio, quindi vero (fonte).

23 mar 2016

Juncker incoraggia l'idea di un'agenzia di intelligence europea

(Traduzione dell'articolo di Georgi Gotev, EurActiv.com, reperibile qui).

Il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha detto oggi (23 marzo) che è necessaria più cooperazione tra i servizi segreti degli stati membri per rispondere alla sfida del terrorismo.
Juncker ha parlato a fianco al Primo Ministro francese Manuel Valls, che ha visitato Bruxelles subito dopo l'attacco terroristico nella capitale dell'Unione Europea.

"Diventa sempre più evidente che dobbiamo riflettere su una maggiore cooperazione tra i rispettivi servizi segreti", ha detto parlando in francese.

Juncker ha ricordato il Consiglio Europeo di Tampere (Finlandia) del 1999, in cui si sono poste le basi per questo tipo di cooperazione; idea riaffermatasi dopo l'attacco terroristico agli USA dell'11 settembre 2001. All'epoca, Juncker era Primo Ministro del Lussemburgo.

"Per ragioni che non riesco a comprendere, niente di tutto ciò è stato fatto, nonostante l'evidente necessità. La nostra conoscenza dei Paesi vicini non è abbastanza buona; e questo vale per i Paesi del nord Africa e i Paesi ai loro confini", ha detto Juncker.

Ha citato (per la seconda volta negli ultimi mesi) De Gaulle, il quale scriveva nelle sue memorie "volai con idee semplici nel complicato Oriente"; ha poi aggiunto "l'Oriente è ancora complicato e le nostre idee sono ancora semplici".

Juncker ha detto che se gli Stati membri avessero seguito le proposte della Commissione, la situazione sicurezza non sarebbe allo stato attuale.

"Penso che ci sia una forma di avventatezza the varia secondo lo Stato. Quando accadono eventi terribili, diamo l'impressione di aver preso coscienza del problema. Ma dovremmo prendere coscienza prima che gli eventi tragici accadano".

Juncker si è poi slanciato in favore di una "Unione della sicurezza", allo stesso modo in cui i Paesi si sono accordati per creare una Unione dell'energia, del mercato, dell'economia e monetaria.

Il novembre scorso, Juncker ha risposto a un'interrogazione sulla necessità di un servizio europeo di intelligence, idea sviluppata dal leader di ALDE (liberaldemocratici) Guy Verhofstadt.
In quell'occasione, alla domanda se il Belgio fosse l'anello debole nella sicurezza europea, date le connessioni multiple tra Bruxelles e gli attentati di Parigi, Juncker rispose che il Belgio era "uno degli anelli deboli".

Valls ha sottolineato la necessità "urgente" di serrare i controlli ai confini della UE e, per gli eurodeputati, di adottare il PNR (Passenger Name Record, registro dei passeggeri), sistema discusso per la prima volta nel 2010. Coprirebbe tutti i voli interni e internazionali, pur provvedendo al necessario rispetto della privacy nell'accesso ed utilizzo dei dati raccolti.

20 mar 2016

Sbanca la bufala 5 - Bufala di giornata

Il sito Riscatto Nazionale riporta questo titolo: "Vicesindaco PD era il capo della banda specializzata nell'assalto ai portavalori" (link), e corrobora il tutto con un'immagine che è subito rilanciata dalle squadracce twittere del Movimento 5 Stelle



Ora, già il fatto che lo twitti Claudia Carlucci (ammesso che sia il vero nome di @carlucci_cc) in genere è una garanzia che sia una bufala.

Questa è stata molto facile e veloce da debunkare: basta infatti una piccola ricerca e troviamo che Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili, è stato eletto nel PdL e dopo la scissione è rimasto in Forza Italia (fonti multiple: Fatto Quotidiano, articolo introvabile in home page; Unione Sarda; Openpolitici). Per comodità , riporto le immagini tratte dai link.




Visto che questa bufala è stata troppo semplice da debunkare e mi avanza tempo, mi diverto a scoprire qualcosa in più su chi l'ha originata, ovvero http://www.riscattonazionale.it/
Vediamo a nome di chi è registrato il dominio: a tale Davide Loi (whois). Questo nome non mi è nuovo.


In effetti il sindaco di cui Olianas è vicesindaco si chiama Giuseppe Loi (openpolitici). Cercando Davide Loi trovo un ex consigliere di Iglesias eletto col PD, durato dal 2011 al 2012 (openpolitici). Uhm. La trama si infittisce. Questo Loi del PD, però, risulta iglesiente, mentre il proprietario di Riscatto Nazionale risulta di Sorradile (quasi 2 ore di macchina secondo Google Maps). Anzi, lo stesso Davide Loi di Sorradile proprietario del sito Riscatto Nazionale, è proprietario anche del dominio http://www.noaimatrimonigayinitalia.it/ (whois) Non c'è dubbio, solo omonimia.
Resta la curiosità di sapere se vi sia parentela tra Davide Loi e Giuseppe Loi, ma non mi azzardo a ipotizzare niente perché Loi è un cognome molto diffuso in Sardegna.

Conclusione: un fascista omofobo sardo ha messo in giro una bufala e una banda di fascisti omofobi grillini l'ha replicata su Twitter e probabilmente anche su altri social.

Aggiornamento: un altro sito riporta la notizia identica: http://www.news24oggi.com/sardegna-vicesindaco-pd-era-il-capo-della-banda-specializzata-nellassalto-ai-portavalori-2/48794

Vediamo di chi è: toh, è segreto . Unica cosa che si nota, che ci sono tante tante notizia su Forza Nuova e bufale su zingari (sic) e immigrati.

Altro sito, sempre identico testo : http://voxnews.info/2016/03/19/vicesindaco-comune-pd-a-capo-banda-rapinatori-di-portavolori-tecniche-paramilitari/
Anche questo registrato anonimo (whois).

Infine, alcune considerazioni personali:

  1. Anche se fosse stato del PD, la responsabilità penale è personale;
  2. Ognuno è innocente fino alla sentenza definitiva
Cose che sono scritte nell'articolo 27 della Costituzione.

Quando ne incontrate uno, linkate questo post!

In attesa della prossima bufala, saluto.

19 mar 2016

Sbanca la bufala 4 - Dove c'è Barillari c'è bufala

Nuova puntata del mio hobby di smascherare bufale grilline o meno su indagati nelle file del PD. 

Doverosa premessa

  1. Ricordo a tutti di verificare il significato di indagato, archiviato, rinviato a giudizio, imputato etc.
  2. Ricordo sempre che una persona, da articolo 27 della Costituzione, è innocente fino alla sentenza definitiva.
  3. Ricordo che qui nessuno difende i ladri: chi commette reati deve pagare la giusta pena e levarsi dalle palle. Qui si verificano eventuali bufale che girano in rete.


Ok, si può iniziare. Oggi la pagina da debunkare è un post sul profilo Facebook di Davide Barillari.

Per la verità, forse perché ha un ruolo pubblico, non ne ha inventate troppe, per fortuna. Come abitudine del sottoscritto, analizziamo a uno a uno i casi con fonti giornalistiche.

Giorgio Zinno e Mimmo Giordano: iniziamo maluccio, non malissimo. Giordano è stato stralciato, quindi FALSO, e quanto a Zinno, invece, risulta indagato, quindi vero (fonte).

Giorgio Frassineti: sindaco di Predappio (FC), è indagato per aver usato l'auto del Comune per spostamenti non di lavoro. Inchiesta partita da esposto anonimo, su una persona che quotidianamente subisce attacchi sia da destra (per l'essere antifascista), si dall'area antagonista (per non essere... abbastanza antifascista). Comunque è indagato, quindi vero (fonte).

Monica Giuliano: sindaco di Vado Ligure (SV), indagata per abuso d'ufficio per una delibera poi revocata, ma comunque vero (fonte). Nella stessa indagine Attilio Caviglia (ex sindaco, senza cariche pubbliche), quindi vero, e Alberto Ferrando (sindaco di Quiliano - SV), quindi vero. E un sacco (83) di altre persone (fonte). La Procura contesta agli indagati di non aver fatto chiudere la centrale a carbone Tirreno Power una volta scoperto e dimostrato scientificamente che la combustione del carbone fa male (fonte). Un evidente caso di atto compiuto (o non compiuto) nell'esercizio delle proprie funzioni. Nella centrale Tirreno Power lavoravano un sacco di persone, tra lavoratori diretti e indotto. Proprio ultimamente, peraltro, è venuto fuori che la perizia (dei PM, quindi di parte) in base alla quale è partita l'indagine è in contrasto con un documento dell'Istituto Superiore della Sanità, ente terzo ed imparziale (fonte). Il giudice che ha avviato l'indagine è ora in pensione.

Maura Forte: rinviata a giudizio, quindi vero. L'indagine era partita su 27 indagati, di cui 11 sono stati archiviati e 2 assolti (per dire quanto sono stati attenti i PM a non sparare nel mucchio, e per dire di quanto poco significhi essere solo indagati o rinviati a giudizio). Unico ad aver patteggiato, l'ex sindaco, non del PD (sto cercando il partito ma non lo trovo). (fonte).

Andrea Gnassi: indagato, quindi vero. Gli si contesta l'aver scritto delle lettere di referenza per permettere alla società di ottenere crediti da delle banche (fonte). Non deve stare molto simpatico a qualcuno della Guardia di Finanza, visto che è indagato anche per aver parlato con dei finanzieri per "turbativa di pubblico servizio" (fonte).

Stefano Sermenghi: indagato, vero. La Procura ha chiesto proroga indagini (fonte).

Claudio Broglia e Mariapia Roveri: indagati, vero. La Procura contesta loro di non aver denunciato delle famiglie che, in mancanza d'altro, hanno continuato a vivere nelle rispettive case anche se non agibili dopo il terremoto. Quindi altro atto compiuto/non compiuto nell'esercizio delle funzioni, e francamente mi pare anche un'accusa ridicola (fonte). Il Comune smise di versare il contributo e inizio a chiedere quanto già dato (fonte), ma evidentemente non bastava. Dovevano denunciare i terremotati!

Vincenzo Strazzullo: indagato, quindi vero (fonte). La Procura ha chiesto una proroga di sei mesi delle indagini preliminari, ovvero allo stato attuale non ha prove per chiedere il rinvio a giudizio, aspettiamo fiduciosi che la Procura faccia il suo dovere, entro il 16 maggio 2016 dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio (fonte).

Alberto Silvestri: da sindaco, ha firmato l'agibilità per una fabbrica poi crollata col terremoto. Purtroppo il crollo uccise tre persone, quindi l'inchiesta è d'obbligo. Comuque vero, seppur ennesimo atto compiuto nell'esercizio delle funzioni (fonte).

Marco Alessandrini: indagato, con parte delle accuse già archiviate: vero a metà (fonte).

Pasquale Venturaarchiviato, quindi FALSO (fonte). Nel frattempo hanno provato ad ucciderlo, segno che magari qualcuno lo aveva tirato in mezzo a delle indagini per intimidirlo (fonte).

Mario Lucini: indagato, vero (fonte). Si noti che la segnalazione è arrivata dall'ANAC di Cantone.

Bruno Valentini: indagato, vero (fonte).

Vito Cimiotta: indagato, si è sospeso dal partito e dal gruppo consiliare. Questa sospensione è  stata apprezzata, giustamente, dal Partito Democratico di Trapani (fonte). Il che è un filo diverso e più complesso da "difeso dal suo partito".

Angelo Scalia: rinviato a giudizio, si è dimesso (fonte), quindi quasi vero.

Questa volta è andata ancora bene: appena 2 falsi e mezzo. Ma approfindire i motivi per cui sono indagati può essere utile.

Infine, la cosa più importante di tutte: come dimostrano casi eclatanti come DeLuca, Penati, Errani, Bonaccini, Richetti, indagato (e.g. Bonaccini) non significa colpevole, imputato (e.g. Richetti, Penati) non significa colpevole e neanche condannato in primo grado (e.g. Errani, DeLuca) significa colpevole.

Aggiungo una considerazione personale: la Costituzione protegge i parlamentari e i membri del Governo dall'essere accusati per gli atti compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni. Ad oggi, purtroppo, ciò non è esteso agli amministratori, e dato che ora hanno poteri non semplicemente amministrativi ma fanno vere e proprie leggi (le leggi regionali, ad esempio) si dovrebbe ragionare su ciò.
Cosa vuol dire? Vuol dire che se un legislatore o un organo di governo fa un atto contrario alla legge, devono essere gli elettori a decidere.

In attesa della prossima bufala, saluto.