11 giu 2014

Lettera aperta al segretario Matteo Renzi

Caro segretario (e per conoscenza cari Cuperlo e Civati),
sono iscritto al PD dall'anno scorso, dopo qualche anno in cui mi sono limitato a partecipare alle primarie.
Voglio esser chiaro da subito: non ti ho mai votato, nel 2013 ho votato Vendola e poi Bersani al ballottaggio, al congresso ho sostenuto Civati come candidato delegato di circolo (non eletto).
Ciononostante, non mi è mai piaciuto né l'antirenzismo di principio, né tanto meno il continuo rimarcare "Renzi è democristiano, Renzi non è di sinistra, che c'entra Renzi col PD". Per cultura, da quando hai vinto il congresso, non ho risparmiato critiche ma non ho mai smesso di rimarcare che hai vinto il congresso e dunque a te spettano oneri e onori del dettare la linea del partito.
Ora è vero che non sono un cazzo di nessuno, ma siccome sono fatto così, sento l'impellente necessità di darti un consiglio. Lo feci anche con Bersani, l'ho fatto con Civati durante il congresso, insomma ce l'ho per vizio; non mi piace arrivare a posteriori e dire "lo sapevo!", non è il mio genere.
Il consiglio che ti voglio dare è questo: quelli che, come Civati, Mineo, Chiti, ti criticavano prima e continuano a criticarti dopo la bella vittoria alle europee, non devi allontanarli come appestati conservatori che non sono, come tanti renziani più renziani di te sembrerebbero volere. Il re deve guardarsi bene dai nobili che sono più realisti di lui, se vuole essere ricordato come una saggio e non come un egoista tirannico.
Tieniti stretto chi ti critica sinceramente e a viso aperto, perché sarà la tua àncora di salvezza quando qualcosa andrà storto. Circondarsi di yes men non ha mai aiutato nessuno, ascoltare le critiche si.

Un caloroso saluto,
Dario.