26 ott 2013

Le mozioni si riassumono, riassumendole.

Faccio un'opera non autorizzata di riassunto della mozione che Giuseppe Civati ha presentato contestualmente alla propria candidatura a segretario del Partito Democratico.

Sono 69 pagine che parlano dell'idea che ha e che in tanti abbiamo dell'Italia dei prossimi 20 anni e, di conseguenza, del Partito Democratico dei prossimi 5-10 anni.

Il respiro del documento è lungo. Si prende aria ai polmoni, dopo anni passati a guardare al massimo a venerdi prossimo. Un soffio d'aria fresca.

Il titolo è:

Dalla delusione alla speranza
Le cose cambiano, cambiandole.

Data l'inevitabile lunghezza anche della sintesi, lo divido in pezzi linkati, il primo - più generale e i link li metto qua.

Le mozioni si riassumono, riassumendole.

Parte 1: Manifesto degli intenti
Parte 2: Il nuovo Partito
Parte 3: La nuova Italia
Parte 4: La nuova Europa nel nuovo Mondo

Le mozioni si riassumono, riassumendole: Parte 4 La nuova Europa nel nuovo Mondo

La nuova Europa nel nuovo Mondo

DEMOCRATIZZARE LA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione non è un'opinione né un fenomeno sporadico. Quello che un partito progressista deve fare è renderla democratica:
  • riformare la Corte Penale Internazionale;
  • riformare la Corte di Giustizia Internazionale;
  • aumentare il potere di controllo del'Assemblea Generale dell'ONU;
  • creare una sorta di Parlamento Mondiale (consultivo) che sia eletto e rappresenti dunque anche le minoranze: basta una risoluzione dell'Assemblea ONU per farlo.


I PROGRESSISTI EUROPEI
Occorre rafforzare il PSE, in cui il Partito Democratico deve entrare senza alcun dubbio di sorta, e rafforzare i partiti europei in generale In Europa la sinistra ha tre diverse espressioni: PSE, Verdi, Sinistra europea: si vada tutti uniti alle elezioni 2014 proponendo un unico nome come Presidente della Commissione Europea!

L'EUROPA INCOMPIUTA
Gli Stati Nazionali novecenteschi in cui viviamo non possono reggere il confronto con "bestioni" grandi come continenti quali Cina, India, Brasile etc. L'Europa, una Federazione d'Europa può farlo e farsi sentire! Portiamo a termine l'integrazione con un vero Governo Europeo che prenda la fiducia dal Parlamento (e si finanzi con EuroBond e ProjectBond) e vediamo di eleggere l'Assemblea Costituente della Federazione d'Europa.
Il Partito Democratico, dal canto suo, organizzi e supporti campagne sovranazionali di cittadini!

PACIFISTI REALISTI
La Siria dimostra che la separazione netta pacifisti vs interventisti in realtà non esiste. Si può essere allo stesso tempo realisti e pacifisti: per farlo però capita di sedersi al tavolo delle trattative con gente sgradita. Per avere una politica estera forte che punti alla pace e ai diritti umani serve una coerente strategia diplomatica, non sterili dimostrazioni muscolari.
E potremmo ottenere veramente tanto con politica estera, diplomazia e dunque difesa europea. Ma se l'Europa, come fatto finora, non lo fa noi dobbiamo sfruttare la nostra posizionje per renderci interlocutori privilegiati del Mediterraneo.

Le mozioni si riassumono, riassumendole: Parte 3 La nuova Italia

La nuova Italia

LE CITTÀ POSSIBILI
Occorre modificare il modello di città verso un modello sostenibile dall'uomo e dall'ambiente:
  • promuovere l'agricoltura urbana e periurbana;
  • integrare e rendere efficienti i servizi di trasporto pubblico;
  • permettere ai cittadini di spostarsi in bicicletta in piena sicurezza (rastrelliere, piste ciclabili, illuminazione);
  • ri-naturalizzare aree dismesse;
  • progettare le città intorno al cittadino;
  • fare subito una nuova legge quadro (stiamo con quella del '42!);
  • dire per sempre basta ai condoni;
  • incentivare ristrutturazioni, in particolare che portino efficienza energetica;
  • incentivare bonifica e riutilizzo aree dismesse;
  • rendere non conveniente, dal punto di vista economico, il consumo selvaggio del suolo: ciò si fa con una riforma del fisco locale che metta un'imposta sulle aree edificabili.
Lo spazio edificabile è finito! Recuperiamo il già costruito. L'Italia da sempre vince quando fa qualità, non quantità. Sono tutte cose che creano lavoro in ricerca e sviluppo:
  • riqualificazione energetica per industria e agricoltura;
  • riqualificazione antisismica e antialluvione;
  • creare il modello di edilizia adatta alla posizione geografica: l'EDILIZIA MEDITERRANEA;
  • l'edilizia mediteranea è sostenibile;
  • è ottimizzata al clima del Mediterraneo;
  • è antisismica;
  • non consuma il suolo mettendo a rischio i cittadini in zone fluviali;
  • ottimizza la risorsa idrica;
  • è esportabile in tutto il Mediterraneo, Nord Africa in particolare;
  • non fa sconti sulla sicurezza dei lavoratori nei cantieri.

IL PROBLEMA IMMONDIZIA
La città di Reggio Emilia, amministrata da un sindaco dem, dimostra che l'inceneritore è una tecnica obsoleta. Ridurre i rifiuti alla fonte: politiche europee e nazionali che, es. limitino il numero di confezioni. Dopodiché, a posteriori, recupero dei materiali e raccolta differenziata a livelli altissimi che già in molti comuni c'è. Durante una fase transitoria, gli inceneritori potranno essere gradualmente riconvertiti in impianti di recupero materie.
È un altro modo di vedere la società. Ed è quello che vogliamo, perché porta giustizia ed equità. Non si tratta più di "che mondo lascerai ai tuoi figli", ma di "che mondo avrai tra 5 anni".

UN NUOVO PATTO PER L'ACQUA
La grande maggioranza degli italiani ha votato un referendum, ma è in larga parte disatteso. E a volte, proprio da nostri amministratori. Gestire l'acqua è governare il territorio, quindi i cittadini devono avervi parte attiva e i costi devono essere abbattuti:
  • investire 65 MLD € per portare efficienza condotti da attuale 60% a percentuali oltre il 90;
  • generare un patto con i cittadini-utenti per la gestione della risorsa idrica: un nuovo modo di ragionare l'acqua;
  • tariffe che carichino i costi di più su chi consuma troppo;
  • piani di contenimento del consumo;
  • presenza di rappresentanze di cittadini-utenti e lavoratori nei CdA delle aziende pubbliche;
  • controllo esercitato da cittadini e lavoratori (TRASPARENZA!!!!)
  • nuovi statuti per enti e aziende pubbliche di acqua: nessuno usi le risorse degli investimenti per ottenerne profitti[1].
  • emissione di buoni obbligazionari garantiti dal flusso di cassa;
  • autofinanziamento con obbligo di reinvestire utili.

PIANO ENERGETICO
Nell'Italia di oggi sembra diventata una parolaccia. Si pensa che conversione a green economy sia un passatempo costoso. Invece è una cosa che porta investimento, lavoro, ricerca e sviluppo! Occorre:
  • elaborare strategie a medio termine per ridurre le emissioni;
  • decarbonizzare;
  • fare ristrutturazione energetica degli edifici pubblici: costa 8 MLD€, dà benefici per 400MLN€/anno e dura 20 anni => è a costo 0;
  • mettere su un'Agenzia per i Servizi Energetici che finanzi, progetti ed esegua queste ristrutturazioni;
  • fototermico e fotovoltaico su tutti i tetti!!!
  • facilitare il mini eolico e dove non rovina il paesaggio il maxi eolico;
  • incentivare mini consorzi condominiali per mettere pannelli e eliche;
  • incentivare l'autoconsumo;
  • modernizzare la rete!

PIANO TRASPORTI
Nella società della mobilità serve un nuovo approccio al sistema dei trasporti (in particolare su rotaia). Non è accettabile che un cittadino veda limitata la sua libertà di spostamento nel Paese secondo la sua posizione. L'Alta Velocità diventi davvero la metropolitana d'Italia. E l'Italia non si ferma ad Eboli, ci sono cittadini di serie A che fanno 80 km in un'ora e cittadini di serie B che 80 km li fanno in 3 ore con motrici diesel su binari unici. Vogliamo le pari opportunità di spostamento per tutti i cittadini:
  • integrare AV e trasporti locali sia su ferro che su gomma o traghetti dove presenti;
  • doppio binario e elettrificazione ovunque;
  • rimettere il Sud al livello del Centro-Nord con anni di investimenti in infrastrutture;
  • monitorare preferenziali e simili per verificarne utilità effettiva e rispetto.

LO STATO AL TUO SERVIZIO
La macchina dello Stato è farraginosa e lenta, inadeguata al nostro tempo. Ma questo non diventi una scusa per ribaltare la Costituzione. La Costituzione, prima di modificarla, si deve applicare. E comunque i problemi di governabilità si risolvono con pochi correttivi di cui solo alcuni toccano la Carta:
  • diminuire il numero di parlamentari e il loro stipendio;
  • il Senato diventi la Camera delle Autonomie;
  • la fiducia al Governo sia data dalla sola Camera dei Deputati;
  • è giusto che il Presidente della Repubblica abbia un ruolo di garanzia e dunque non sia eletto direttamente;
  • il Presidenzte del Consiglio possa chiedere al Presidente della Repubblica la revoca di un Ministro;
  • modificare i regolamenti parlamentari;
  • rimettere il Mattarellum o altra legge maggioritaria possibilmente a doppio turno;
  • se ancora esisterà il Senato, uguagliare la legge elettorale tra Camera e Senato (compresa età di diritto al voto) ;
  • collegi uninominali, si voti la persona, non il partito!
  • pirmarie facoltative - a sclta del partito - ma, se presenti, regolate e istituzionalizzate;
  • par condicio sui media;
  • semplificare la Repubblica: incentivare accorpamento Comuni;
  • semplificare la Repubblica: eliminare doppioni amministrativi;
  • eliminare le province istituzionalizzando consorzi di Comuni.

PARTECIPAZIONE
Modificare approccio alla legge di iniziativa popolare: se le firme sono più di 500.000, dopo tot mesi che il Parlamento ignora la proposta si approva o no a referendum.
I referendum abrogativi vanno ammodernati: è ormai chiaro che i contrari ai referendum, quale che siano secondo il caso, sfruttano l'astensione fisiologica per lasciare lo status quo. Un quorum ci deve essere, ma sia agganciato all'affluenza alle ultime politiche.

LA PRIMA RIFORMA: PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Occorre ripensare la modalità di accesso al lavoro pubblico. Due dipendenti pubblici su tre perdono ogni motivazione entro 3 anni dall'assunzione. C'è molto da riformare:
  • mappare le competenze, come si fa in molte aziende private;
  • rielaborare il modello di concorso: che i dirigenti e dipendenti pubblici siano cervelli pensanti, non burocrati!
  • agganciare carriera e remunerazione a risultati;
  • potenziare le competenze sugli acquisti: è dimostrato che ciò porta risparmio;
  • usare appieno i fondi europei, che usiamo solo al 20%;
  • passare dall'approccio del tipo cittadino-cliente al cittadino-partecipante: integrare e affiancare non-profit.

ENTI TRASPARENTI
È insopportabile usare la politica per piazzare reti clientelari. Cominci il Partito Democratico a sviluppare un codice etico di mutua incompatibilità:
  • se sei nominato in un'azienda pubblica o compartecipata, per due anni dopo che smetti questo lavoro non puoi candidarti;
  • se sei un rappresentante in consiglio o parlamento, per due anni dopo che smetti non puoi ricevere nomine in aziende pubbliche o compartecipate.
  • introdurre l'Anagrafe pubbilca dei nominati, per permettere ai cittadini di svolgere la necessaria funzione di controllo.


CORRUZIONE ZEROI
La corruzione pesa per 60 MLD € all'anno. L'evasione fiscale 120 MLD €/ anno. Il debito italiano ammonta a 1800 MLD: supponiamo, per un attimo, di riuscire a recuperare tutte le risorse disperse in corruzione ed evasione: in 10 anni il debito italiano sarebbe azzerato. Ovviamente è utopia recuperare il 100%, ma per la corruzione occorre assolutamente prevenire e punire, perché la corruzione aiuta inevitabilmente la conservazione.
Prevenzione:
  • Trasparenza!!!
  • Controllo dal basso;
  • Pubblicare bilanci di partiti, fondazioni, comitati elettorali;
  • Facilitare le pratiche di denuncia da parte del cittadino;
  • stilare una White List di aziende che fanno le cose per bene a cui dare commesse pubbliche.
 Repressione:
  • rimettere il falso in bilancio tra i reati;
  • cambiare il meccanismo di prescrizione, scindendola in "sostanziale" durante le indagini e "processuale" dopo il rinvio a giudizio;
  • aggiungere sanzioni disciplinari economiche che colpiscano più veloci del processo.


CONFLITTI D'INTERESSE
L'etica pubblica aiuta l'azione di Governo. Ma per ottenere ciò, non serve agire a posteriori: i conflitti d'interesse si prevengono:
  • individuazione dei soggetti passibili di conflitto d'interesse;
  • sistema di risoluzione secondo l'entità del conflitto, da obbligo di astensione a incompatibilità o alienazione in un blind trust.


ESSERE ITALIANI
Ci sono 1 MLN di ragazzi nati e cresciuti qua che davanti allo Stato non sono italiani. La legge attuale (ius sanguinis) discende dal fatto che i Costituenti avevano davanti un'Italia terra di emigrazione. Sarebbero stati felicissimi di sapere che saremmo arrivati ad essere terra di immigrazione, ma non potevano saperlo. Per cui si preoccuparono dei figli degli emigranti.
Ora occorre rinnovare l'identità nazionale. Noi non diciamo che l'Italia deve diventare multi-etnica. Il punto è che l'Italia è già, e da tempo, multi-etnica. Occorre smettere di negare l'evidenza. Il 9% delle tasse sono da lavoro di immigrati. Ma grazie alla Bossi-Fini, questi non possono accedere agli ammortizzatori sociali che hanno pagato con le loro proprie tasse. Questo porta precarietà, ricattabilità e di conseguenza svantaggi per gli italiani, perché il datore di lavoro "stronzo" preferirà il lavoratore straniero perché più ricattabile e disposto a rinunciare ai diritti del lavoro. Serve una svolta culturale e legislativa:
  • politiche europee sull'immigrazione;
  • legge organica sul diritto d'asilo;
  • corridoio umanitario;
  • canali comunitari di immigrazione legale .
Nell'ambito di ciò, il Partito Democratico deve riconoscere che l'immigrazione è un evento strutturale da regolare, non sporadico da impedire. In concreto:
  • superare Bossi-Fini e pacchetti Berlusconi-Maroni che aiutano l'illegalità;
  • promuovere l'ingresso regolare;
  • ampliare la durata del permesso di soggiorno;
  • introdurre il concetto di sponsor;
  • adeguare le sanzioni per irregolari ai princìpi della Costituzione;
  • superare i CIE;
  • introdurre un adeguato principio di ius soli;
  • dare il voto alle amministrative a chi lavora e paga le tasse[2]!!
  • aiutare educazione multiculturale
  • tre cose fondamentali: SCUOLA, SCUOLA, SCUOLA!!!!


DIRITTI DI TUTTE E TUTTI
Come riconosciuto dalla Corte Costituzionale, la laicità dello Stato è un principio supremo della Repubblica. Lo Stato è di tutti, per cui deve essere distante da posizioni ideologiche e scelte morali, ma pensare al bene di tutti i suoi cittadini. In concreto, aplicare gli articoli 3, 9 e 32 della Costituzione:
  • matrimoni egualitari;
  • regolarizzazione delle coppie di fatto;
  • legislazione per le famiglie omogenitoriali;
  • adozione a single e omosessuali;
  • promuovere la ricerca sulle staminali embrionali con limiti e controlli;
  • superare la legge 40 sulla procreazione assistita;
  • legislazione sul testamento biologico.


QUESTIONE MASCHILE
Abbiamo un forte problema culturale che porta iniquità, violenza e ingiustizia. Le donne devono entrare nei posti di comando come gli uomini. Ad esempio, è insopportabile che con le donne in politica si parli sempre e solo di temi "femminili" (quote rosa, aborto, bambini...). Iniziare a far parlare le donne di economia, società, insomma applicare l'articolo 3 non facendo differenze. Come si ottiene ciò? Con svolte culturali di medio periodo:
  • mettere servizi (nidi, asili, etc) che permettano veramente alle donne di lavorare;
  • applicare per bene e tutta la legge 194;
  • ascoltare i centri anti-violenza;
  • fare campagne di informazione e sensibilizzazione in scuole e università;
  • fare adeguata formazione alle forze dell'ordine;
  • "curare" stalker e sex offender prima che arrivino alla violenza.
È dimostrato che l'ingresso nel lavoro delle donne porta aumento del PIL. Per cui:
  • aiutare l'accesso al credito;
  • curare il welfare necessario;
  • immettere tassazioni privilegiate per le donne;
  • rendere obbligatori i permessi parentali per il padre.


DISABILITÀ
L'attuale strumento di welfare, l'invalidità civile, è arbitrario e obsoleto (vedi ad esempio quanti invalidi sono finti mentre altri devono patire). Per  cui occorre:
  • applicare la convenzione ONU del 2006;
  • integrare le politiche sanitarie e sociali;
  • finanziare politiche sociali per non autosufficienti.


RIVOLUZIONE CULTURALE
Siamo ultimi in Europa nella spesa per scuola, università e ricerca. il tutto condito con una finta meritocrazia messa su per nascondere i tagli. Pensiamo solo a valutare, senza investire, programmare, dare autonomia. I dati dimostrano che i paesi con più uguaglianza arrivano a maggiori vette di cultura e scienza: no a un'istruzione per pochi che lascia indietro gli altri. In concreto:
  • scuole d'infanzia a tappeto;
  • formazione permanente;
  • istruzione tecnica e professionale seria;
  • autonomia;
  • aumento del corpo docente;
  • basta classi pollaio;
  • piano edilizia scolastica - soprattutto al SUD!!!
  • basta insegnanti precari, chi ne fa le spese sono i ragazzi;
  • ridurre/eliminare i fondi alle scuole private trasferendoli alle pubbliche (come previsto dalla Costituzione!);
  • rispettare le regole sui numeri massimi di alunni in classe con e senza disabili;
  • superare la cultura individualista in cui ognuno pensa solo ai suoi figli.
Gurdando invece l'università: il corpo docente è in costante diminuzione; e così anche il numero di iscritti e peggio che mai il numero di laureati, oltre che la qualità dell'istruzione. In tutto ciò, le tasse universitarie aumentano. Non c'è libertà se il figlio del ricco può scegliere se lavorare o studiare e il figlio del povero non ha scelta. Per cui:
  • diritto allo studio legato al reddito;
  • mobilità in Italia e Europa per gli studenti;
  • tutti i dottorati abbiano la borsa di studio;
  • regole su post-doc e assunzione successiva;
  • sostenere la ricerca porta competitività!!!
  • agganciare la carriera di chi assume ai risultati dell'assunto/a;
  • tenere in conto adeguato il titolo di dottore di ricerca;
  • autonomia;
  • coinvolgere le università in progetti di ricerca su riconversione a economia sostenibie.
Già Delors chiedeva che i costi di istruzione e ricerca non fossero inseriti nei vincoli UE sul debito. Sia fatto, subito. La ricerca pura, infatti, necessaria per quella industriale e per un Paese competitivo, ha tempi di ritorno di 20-30 anni: nessun privato può sovvenzionarla, deve farlo lo Stato. È semplice, in fondo: come si fa ad avere sviluppo se non si finanzia ricerca e sviluppo? Si dice che l'Italia prende pochi fondi UE per la ricerca. Vero. Ma l'Italia è seconda per rapporto fondi UE/numero ricercatori: aumentando il numero di ricercatori, aumenteranno i fondi.


PAESE DIGITALE
La rivoluzione digitale sta cambiando il Mondo. Cerchiamo di non rimanere indietro:
  • politica industriale su digital divide;
  • le voci di bilancio per risolvere il digital divide siano fuori dai vincoli europei;
  • internettizzare PA;
  • accesso Wi-Fi in biblioteche, giardini, edifici pubblici;
  • concetto di multi utility;
  • diffusione della fibra;
  • le scuole siano cablate con la rete GARR delle università;
  • istruzione ai cittadini;
  • tutti i risultati della ricerca finanziata da fondi pubblici siano consultabili online;
  • sperimentare l'istruzione integrata - non sostituisce MAI il rapporto diretto.


LA CULTURA È TRASFORMAZIONE
Si sente spesso dire che non ci sono fondi per la cultura, come se fosse un vuoto a perdere. Con la cultura ci si mangia! Eccome! E senza culturanon si è in grado di avere un'idea di futuro. Occorre:
  • un'Agenzia nazionale per l'industria culturale e creativa;
  • usare lo strumento della leva fiscale per privati ed enti che rendano fruibile il patrimonio artisctico e culturale;
  • formazione per senior sui nuovi mercati (digital entertainment, IT, ...);
  • ibridazione delle filiere produttive;
  • sperimentazione!!!


PER UN'ECONOMIA POSITIVA
Il lavoro è da sempre e deve assolutamente rientrare nel cuore del progetto del Partito Democratico. Abbiamo le linee guida ben chiare, sono tutte scritte nella nostra Costituzione:
  • sostenere l'innovazione, la sostenibilità della produzione, la produzione di beni e servizi "unici";
  • sostenere i giovani che fanno impresa e creano lavoro;
  • disboscare le normative che strangolano la partenza di nuove imprese.


PRECARIETÀ
Il principio dev'essere quello che un'ora di lavoro precario deve costare più di un'ora di lavoro stabile:
  • diminuzione delle tasse sul lavoro;
  • diminuire gli oneri indiretti su lavoro stabile (IRAP, IRES, oneri contributivi);
  • contratto unico di inserimento;
  • pesi e contrappesi nei contratti atipici;
  • salario minimo legale;
  • autonomia delle rappresentanze sindacali;
  • aumentare l'uso di rappresentanze sindacali aziendali;
  • intervento dei lavoratori nella gestione delle aziende (come da Costituzione).


UGUAGLIANZA
Noi stiamo con quella maggioranza di italiani che non si riconosce né nell'ultra liberismo né nei vecchi privilegi. Miglioriamo il welfare: a pari spesa, meno trasferimenti diretti e più servizi.


REDDITO MINIMO E AMMORTIZZATORI
Il grosso della spesa pubblica per welfare sono le pensioni retributive. I 2 MLN di pensionati più ricchi prende il 200% dei contributi versati; nel frattempo, assegni familiari e sussidio di disoccupazione non arrivano ai più poveri. Due mosse immediate:
  • Reddito minimo garantito di 400 €: costa 7 MLD €;
  • Sussidio unico di disoccupazione: costa 9 MLD €;
La spesa in pensioni è 240 MLD €!!! Dei quali 80 MLD € sono per i 2 MLN di pensionati più ricchi! Andiamo a prenderli da lì e riaccenderemo anche il mercato interno.
Occorre inoltre rivedere il meccanismo di Cassa Integrazione in deroga, introducendo una "tassa sul licenziamento" che non porti gli errori delle aziende a pesare sulle aziende "brave".
Bisogna infine rivedere a fondo gli ordini professionali: ora sono delle lobby, devono diventare invece garanti nei confronti del cittadino.
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[1] Che poi è quello che c'era scritto nel referendum
[2] È il principio sancito dalla Rivoluzione Americana "No tax without representation" mica roba del Manifesto di Marx eh

25 ott 2013

Le mozioni si riassumono, riassumendole: Parte 2 Il nuovo Partito

Il nuovo Partito

LA FORMA INFORME
Come recita l'art. 49 della Costituzione, il partito è una libera associazione di cittadini, normata da regole democratiche, che ha lo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni della politica nazionale. Se il Partito viene a coincidere in tutto o in parte con il Governo, ciò non è possibile. L'obiettivo del Partito non può e non deve essere piazzare i suoi uomini qua e là nel Governo o peggio nel sottogoverno.

NON PIU' PRATICHE DA 101
Le decisioni importanti si prendono insieme. Molti si sciacquano la bocca col fatto che anche CDU e SPD in Germania stanno facendo le larghe intese. Omettendo che CDU e SPD hanno interrogato i loro iscritti sul da farsi, prima di farlo.

CAMPAGNE E AZIONI
Anche quando facciamo cose ottime, all'elettore non arrivano.Il Partito deve sempre lanciare campagne di condivisione (prima) e informazione (dopo) sui progetti di legge.

UN PARTITO CHE NON SIA CONSERVATORE (DI SE STESSO)
Un partito progressista non può vivere e vincere se non tende all'abbattimento di ogni privilegio e dunque delle oligarchie. E deve fare ciò innanzi tutto al suo interno.

LA CULTURA POLITICA PRIMA DI TUTTO
Serve una cultura politica meno burocratica e più umana - sociologica che liberi l'intelligenza delle persone e metta le persone stesse in comunicazione reciproca: un Partito aperto a singoli e associazioni che faccia educazione sociale.

PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA
Occorre andare oltre il semplice ascolto, occorre farsi capire: cambiare linguaggio, basta col politichese nel suo dialetto democratichese. Si deve instaurare un circolo virtuoso delle decisioni:

Cosa pensano gli iscritti e i simpatizzanti su IMU, F35, modifiche costituzionali? E come fanno a farlo sapere al Partito? Si introduce il concetto di DOPARIE[1]. Nel concreto, si deve approvare una legge sul dibattito pubblico (ad es. c'è in Francia). Magari in Val Susa le cose sarebbero diverse ad aver discusso prima con la popolazione.

UN PARTITO OSPITALE
La cittadinanza, specie quella istruita, ha fame di partecipazione politica. Per cui:
  • "Doparie";
  • Referendum consultivo degli iscritti (che già c'è nello statuto!!!);
  • Documenti delle riunioni di ogni organi decisionale consultabili in rete o nei circoli.

RIDURRE I NUMERI
Un'Assemblea di 1000 componenti non è un organo decisionale, è un campeggio. In così tanti non si discute e si finisce solo alla conta delle correnti interne. E lo stesso vale per la Direzione. Meno teste, più discussione.

FONDAZIONI
Si faccia un'unica fondazione di riferimento del Partito Democratico, come fa l'SPD.  E deve studiare per trovare modelli futuri, non raccogliere fondi.


LA POLITICA E' REALE SE E' CONDIVISA
il web è un ottimo strumento per lo scambio di informazioni, non altrettanto per prendere decisioni. Usiamolo, ma deve sempre essere integrato dalla rete dei circoli. Nel tempo della precarietà e del lavoro atipico, nessuno ha molto tempo, dunque ha ragione chi dice che ci vuole un Partito leggero. Ma il Partito leggero deve essere super-organizzato: "poco" Partito ma buono.


UN PARTITO SEMPLICE E ACCESSIBILE
Ci vogliono assolutamente tre cose: TRASPARENZA, TRASPARENZA, TRASPARENZA. Il bilancio deve essere, oltre che accessibile in rete com'è ora, anche semplice da leggere per tutti. Oltra al bilancio nazionale, occorre anche rendere consultabili i bilanci regionali e provinciali.
Le fondazioni collegate al Partito devono seguire le stesse regole di trasparenza sui bilanci.


AGENDA 2014
Ecco cosa farà, in concreto, il Partito Democratico guidato da Pippo Civati nel 2014:
  • Usare il database dei votanti alle primarie per consultazione sulle scelte;
  • Condividere in tutti i modi telematici e non i documenti, le relazioni e tutto quanto per permettere a chi ha poco tempo (cioè tutti) di partecipare ugualmente;
  • Censimento della situazione dei circoli;
  • Ridurre il numero di persone negli organi decisionali;
  • Attivare la consultazione degli iscritti con referendum;
  • Attivare la consultazione di iscritti, simpatizzanti e non in pubbliche Assemblee;
  • Istituire la Fondazione Unica del Partito Democratico;
  • Utilizzare autofinanziamento mirato a singoli temi o iniziative;
  • Modificare il meccanismo generatore di correnti nei congressi locali.

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[1] Nel senso che si fanno DOPO le elezioni.

Le mozioni si riassumono, riassumendole: Parte 1 Manifesto di Intenti

Manifesto di Intenti

LA NOVITÀ E' A SINISTRA
La sinistra ha dimenticato la sua missione: portare la voce degli elettori in Parlamento e portare il cambiamentoE' il momento di tornare alla nostra missione.
E' l'ora del riscatto: ognuno faccia la sua parte, per riscattare l'onore e l'orgoglio, ovvero il senso di appartenenza, del popolo democratico.
Contro il cinismo imperante, accorciamo le distanze.
Compito del Partito è dare l'idea del futuro: basta compromessi al ribasso che finiscono regolarmente per conservare lo status quo. Il Partito Democratico deve tornare alla sua missione: far aumentare l'uguaglianza e di conseguenza la libertà dei cittadini.

Lo Stato ha abdicato alla sua funzione essenziale di pianificatore della società nazionale, vivendo alla giornata. Serve una politica fiscale che dia l'indirizzo, premiando investimenti a medio e lungo termine. In questo modo si ha una vera crescita, che dà lavoro e migliora la vita delle persone. Viviamo alla giornata in perenne emergenza, che è la classica scusa per la conservazione. Alziamo lo sguardo e pensiamo ai prossimi 20 anni, e questo deve farlo l'Italia e anche l'Europa, che ha dimenticato le origini per diventare mastino della finanza.

UN PAESE NUOVO
L'Italia è oggi nelle stesse condizioni del 1997. Mentre gli altri Stati crescevano, godendo i frutti di una moneta forte, noi eravamo - e siamo - fermi. Perché? Perché siamo rimasti legati a un modello di sviluppo obsoleto, che è evidente non funzioni più.
Dobbiamo cambiare la struttura produttiva. Il sistema fiscale pesi sulle rendite non sul lavoro (dipendente o di impresa che sia). L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro: che il fisco rispecchi il nostro articolo 1.

USCIRE DALLO SCHEMA
Il Partito Democratico si è arreso a un modello di società e di politica basato sulla paura. E la paura porta inevitabilmente vantaggi alla destra. La sinistra è tale se dà speranza. E per dare speranza, il Partito deve ascoltare, rappresentare i poveri e in generale i non privilegiati

LA CRISI DI VOCAZIONE
Non è vero che la gente non vuole fare politica. Se un pastrocchio come il M5S fa il 25% è perché ha dato sbocco (sbagliato) a chi vuole fare politica[1]. Ma per iscriversi, militare o anche solo interessarsi a un partito, occorre che il Partito abbia una chiara identità: dire chi siamo e cosa vogliamo.

POSTUMITA' E RIMOZIONE
La crisi dello Stato nazionale novecentesco ha mandato i nostri dirigenti, che ci sono nati e cresciuti, in stato confusionale. Si è passati dal sol dell'avvenire all'accettazione supina dimenticando il dovere di un partito progressista: far progredire la società verso una società equa, giusta e dunque libera.
Questo non può farlo chi non ha identità presente ma solo passata (post-comunisti o post- democristiani o post-altro) e invece rimuove il passato glorioso di noi democratici, di persone che hanno fatto il bene dell'Italia come Moro e Berlinguer. Non dobbiamo rimuovere niente, ne siamo orgogliosi
Di questo passato glorioso è rimasta solo la tensione verso il potere, il che porta sempre alla conservazione; mentre la tensione verso giustizia e libertà è finita in secondo piano.

IL POPOLO DEMOCRATICO
Il Partito Democratico, nato per prendere il meglio di comunisti, cattolici, liberali, socialisti ha finito per prenderne il peggio, diventando una macchina burocratica senza contatto con l'esterno. Così non va bene, è evidente (evidenza sperimentale ne sia la perdita di voti e tesserati dal 2008 a oggi). Allo stesso modo non va bene che i responsabili di tanti fallimenti siano ancora lì a guidare la nave: chi ha sbagliato se ne va. Bersani si è dimesso. Solo lui: tutti gli altri sono là. Se il Partito non funziona bisogna cambiare modello di partito.

UNA RICETTA ITALIANA
Il modello non può e non deve essere un'importazione estera. Non il Lab Party, non il PSF, non il PSOE, non l'SPD. Il modello vincente per il Partito Democratico è il modello italiano. Solo che il Partito questo modello ha smesso di cercarlo perché naviga a vista.
Il modello italiano parte e prende esempio dall'Italia: l'obiettivo è far tornare l'Italia al posto che le compete, tra le potenze economiche e culturali.
Un'Italia sostenibile, che non spreca, che sfrutta responsabilmente le sue immense risorse. Un capitalismo responsabile, come ci richiede la nostra Costituzione.
Utopia? Credo di no. In ogni caso, guardando l'obiettivo giusto i passi intermedi sono nella giusta direzione.

IL NOSTRO DESTINO
Il congresso del Partito Democratico è l'occasione di dire finalmente chi siamo, cosa vogliamo. Un partito è una parte di società che ha una visione in comune, non un gruppo pseudo-casuale di comitati elettorali. Il Partito Democratico che vogliamo è aperto, va dove c'è da ascoltare il disagio e studia le soluzioni per risolverlo, ascoltando chi lo prova  perché da lì si parte e lì si arriva per risolvere quel disagio.
La democrazia rappresentativa è monca senza un intermediario tra elettore e eletto. L'intermediario deve essere il Partito Democratico, applicando così l'articolo 3 della Costituzione: dobbiamo dare a tutti i cittadini e lavoratori modo di decidere sulla politica nazionale e locale.

VOICE, NON EXIT
Il Partito Democratico deve guardare ai cittadini a 360°. Il Partito deve preoccuparsi di chi tace e se ne va deluso, non di chi esprime dissenso. Basta vedere l'andamento del numero di tessere oltre che dei voti.
La sinistra vince e svolge la sua missione se dà speranza e sogno: è l'ora di ri-fondare la comunità dei democratici, intorno alla nostra identità, chi siamo e cosa vogliamo, e come ottenerlo. A forza di guardarci i piedi siamo finiti a guardarci l'ombelico. Camminiamo a testa alta, solo così si guarda lontano.
E' l'ora di riscattarci, di parlare di idee e non di correnti e nomi. Per cambiare l'Italia e il Partito dobbiamo rinnovare le idee, non (solo ma anche) le persone

Se le cose ci vanno bene così come stanno, tanto vale votare a destra.

Ma non è così. Noi siamo il Partito Democratico perché vogliamo cambiare le cose. Senza nostalgia per il nostro glorioso passato, ma finalmente in cerca di un glorioso futuro.

POSSIAMO FARLO, SIAMO NATI PER FARLO.

E DUNQUE, FACCIAMOLO.

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[1] Questa è più mia che di Pippo

21 ott 2013

Per Santanché

Virgolettato di Daniela Santanché da HuffPost:


[Daniela Santanché, nda] ha attaccato il Colle: "Napolitano ha tradito - afferma - e non ritengo che fare il secondo mandato sia un sacrificio... Io l'ho votato ma oggi non lo voterei più perché la pacificazione promessa non c'è e ricordo che invece quando vuole il Presidente della Repubblica le strade le sa trovare... Ora deve mantenere la parola data - insiste Santanchè - deve essere arbitro della Costituzione e non un giocatore".

La Costituzione, ad esempio, dice "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." e anche "Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità."

Sempre da HuffPost:

[Daniela Santanché, nda] però non s'arrende. Anzi, ribadisce tutto per filo e per segno. "Non è da oggi che penso che la sinistra voglia trasformare il Paese in un regime e imporre il pensiero unico. Mi fa paura che proprio dei parlamentari tentino di reprimere e soffocare la libertà di espressione contravvenendo a quanto garantito dalla Costituzione. Ribadisco quanto detto su Napolitano che non ritengo un insulto ma un giudizio politico, che rientra pienamente nella libertà che il mio ruolo di parlamentare della Repubblica mi concede, addirittura mi impone".

Sempre la Costituzione: "Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri."


Quindi, deputata Santanché, non ci vuole nulla: presenti, alla Camera, la mozione di fare una seduta comune Camera - Senato per mettere il presidente sotto accusa. Ne ha potere.

Oppure cortesemente la smetta di rompere i coglioni.

12 ott 2013

Le droghe leggere: un problema di lessico

Dobbiamo risolvere un problema di lessico: le droghe leggere.

Quando si parla di legalizzare la canapa da fumo, si parla sempre di legalizzare le droghe leggere.

Smettiamola con questa ipocrisia.

Le droghe leggere in Italia sono già legali:
  • caffé
  • sigarette
  • tabacco in genere
  • alcol
  • gioco d'azzardo e scommesse (probabilmente le meno leggere tra queste)
Qualcuno mi spieghi le differenze tra la canapa da fumo e queste sostanze psico-attive che ho nominato, se le trova.

11 ott 2013

Il corollario di Bossi

Ben Smith ha detto una delle leggi più attuate e veritiere della politica o, meglio, della propaganda[1], che dunque chiamerò Legge di Smith:

When in trouble, go big.

Con i soliti problemi di traduzione dall'inglese, di cui ci sono numerosi esempi, i politici (o meglio propagandari) italiani l'hanno sempre tradotta in questo modo:

Quando sei nei guai, sparala grossa.

Chiedendo umilmente perdono ad Arthur Bloch per l'evidente plagio del suo metodo, mi permetto di aggiungere che questa legge ha un corollario che potrei benissimo chiamare Corollario di Bossi:

Quando sei nei guai perché l'hai sparata grossa, sparane una ancora più grossa.

Oggi possiamo ammirare in diretta un magnifico esempio di applicazione.



(fonte: ANSA)

L'applicazione del Corollario di Bossi è magistrale. Dal momento che il primo tentativo di distogliere l'attenzione dalla sparata neo-leghista-vetero-fascista del lìder maximo pentastellato (la bagarre alla Camera sull'intervento di Fraccaro) sul reato di clandestinità era andato a vuoto per la notissima legge del "al lupo al lupo"[2] ha pescato il jolly, appoggiandosi al fedele ideologo Becchi (ancora non ho capito chi è fedele a chi ma mi importa poco).

Ora, quello che ritengo si debba fare è smontare l'utilità del Corollario di Bossi: non cadiamo nella trappola, e continuiamo a parlare di cose concrete, ovvero del fatto che è successa una cosa epocale: il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento che il PD non poteva rifiutare (forse questo farà capire a qualche urlatore da curva nord come si fa l'opposizione), e il PD ha colto la palla al balzo su un tema sentito e importante.

Dopo aver osservato il fenomeno ed averlo schematizzato nelle leggi che lo governano, tentiamone l'imterpretazione: perché Grillo barra Becchi hanno dovuto spararne una così grossa da oscurare tutto (sperano)?

Ipotizzo alcuni motivi:
  1. perché, come dichiarato apertamente nel post di accusa al senatore Cioffi, non solo parlare ma per una volta FARE qualcosa sul terreno dell'immigrazione fa perdere voti;
  2. perché Grillo personalmente e evidentemente Casaleggio sono, come si notava già da qualche tempo[3], dei ricchi reazionari che stanno usando la politica per, rispettivamente, consumare delle vendette personali (PD, RAI) e per propalare cazzate in nome dello status quo;
  3. perché la parte sinistrorsa degli elettori del M5S è più difficile da perculare con due parole;
  4. perché la parte destrorsa e razzista degli elettori M5S non si accontenta di cazzate tipo "così sarà più facile espellerli", quelli i negri li vogliono vedere morti, o per fargli credere una cosa così bisogna avere 3 televisioni e vari giornali;
  5. perché abolendo il reato di clandestinità finalmente i magistrati potrebbero concentrarsi sui reati veri, ad esempio le frodi fiscali;
  6. perché in questo modo anche gente che non andrebbe mai sul blog di Grillo ci va ad infamarlo, ottenendo l'effetto di procurare a lui e Casaleggio tanti begli introiti pubblicitari;
  7. perché mette a rischio il governo di larghe intese, che fa il bene di Grillo elettoralmente parlando;
  8. perché toglie al M5S l'alibi "noi proponiamo ma votano sempre contro"[4].
Questi sono tutti ottimi motivi. Ma ce n'è uno anche più importante, dal punto di vista filosofico e politico. La votazione di ieri introduce un pericolosissimo precedente:
  • il M5S ha presentato un emendamento ragionevole, anzi giusto, anche di più: sacrosanto;
  • il PD, non curandosi (finalmente!) degli effetti sulla famosa stabilità di ciò, ha votato a favore.
Risultato di ciò: purtroppo era solo il voto in commissione, ma se fosse stato in aula oggi l'Italia avrebbe una vergogna in meno[5]. Una legge vergogna, che stabilisce nero su bianco che i ricchi sono impuniti anche se delinquono mentre i poveri sono da punire anche se non hanno fatto niente, ma proprio in quanto poveri.

Questo è fare opposizione: solo fare cose così, far votare a uno dei partiti di maggioranza cose indigeste all'altro, può far terminare il governo delle larghe intese. Ma per Grillo il governo delle larghe intese è un toccasana, tutto vuole tranne che vederlo cadere.

Gradirei qualche commento da quei milioni di "compagni" che hanno votato M5S invece che PD o anche SEL con una o più delle seguenti motivazioni:
  • volevo lanciare un messaggio
  • se ne devono andare tutti
  • sono tutti uguali
  • è da 20 anni che aiutano Berlusconi
  • il PD non ha mai fatto una legge contro Berlusconi
  • il PD non ha niente di sinistra
  • il PD non è abbastanza di sinistra
  • l'euro ci sta rovinando la vita
  • SEL mi piace ma è andata a mischiarsi col PD[6]
Nel frattempo, vi do io il mio commento, e per una volta non ho paura di passare per grillino:

VAFFANCULO!

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[1] Difatti questa legge aiuta a prendere voti, non a governare né a fare il bene dei cittadini
[2] Direi che non fa più notizia un iscritto al M5S, parlamentare o no, che dà dei ladri a tutti gli altri
[3] Da qualche mese uso l'hashtag #albastellata, che vista la fonte dell'immagine del suddetto post si è rivelato estremamente appropriato
[4] Quando invece con la mozione Giachetti si è visto che è il contrario
[5] Sì, deve passare alla Camera, ma lì con la maggioranza assoluta PD SEL e la presidenza Boldrini sarebbe stato immediato
[6] Garantisco che ognuna di queste l'ho sentita almeno una volta di persona da gente che si dice di sinistra