Qualcuno ha detto che il PD non sarà PD finché ci saranno dentro ex
DS ed ex Margherita. Se non lo ha detto nessuno me lo arrogo io,
altrimenti vi prego di dirmi chi era e lo inserirò per onestà
intellettuale.
Ma basta parlare di te, parliamo di me. 29 anni, un’esistenza completamente a sinistra. Sono pure mancino, a scanso di equivoci.
Ho votato per la prima volta alle politiche nel 2006: non votavo al
Senato (dove comparivano DS e Margherita), alla Camera non ho avuto
dubbi da risolvere: Ulivo. Vincemmo (male), durammo poco. Nel 2008 ho
votato PD: a me DiPietro e l’IdV sono sempre stati alquanto sulle palle,
il PD non mi piaceva un gran che (troppi Binettismi e Rutellismi per i
miei gusti), ma la Sinistra Arcobaleno con il suo non programma era
invotabile, e rimase meritatamente fuori dal parlamento, regalandoci per
la prima volta nella storia della Repubblica un Parlamento zeppo di
destra estrema (non venitemi a raccontare che Lega e PDL siano o fossero
qualcosa di diverso) e senza sinistra radicale. A occhio e croce la crisi dello spread, il governo tecnico e anche queste elezioni sono un effetto di questo parlamento orribile uscito dalle urne nel 2008, aspetto smentite se corredate di prove.
A queste primarie ho votato Vendola e poi Bersani, Renzi non mi ha
convinto sia perché faceva sua la politica Monti-Ichino sia perché ha
dimostrato di non conoscere minimamente il Meridione, esprimendo in
certe occasioni pareri offensivi per lo stesso.
Siccome non mi piace fare quello che dopo dice “l’avevo detto”, il 7
febbraio ho scritto una mail a Bersani. Il succo può essere condensato
in: «Segretario ma che stiamo facendo??? sembra che abbiamo deciso
di perdere le elezioni! Il compito di un partito politico che si
definisca veramente tale è non solo – e so che su questo con lei si va
sul sicuro – saper amministrare la cosa pubblica quando il popolo ne dà
mandato. è compito di un partito anche mettersi in condizione di eseguire il proprio programma vincendo, e vincendo bene, le elezioni.»
E poi suggerivo delle strategie politiche per ottenere un po’ di consenso in più, con anche alcune paraculate lo ammetto.
Neanche una risposta dallo staff; neanche una cazzo di risposta automatica.
E allora? cedere alle sirene del M5S con la sua affascinante scalabilità?
NO!
Questo partito è anche mio, lo rivendico, lo voglio, e lo voglio bello.
Renzi ha un pregio sicuro: ha dimostrato che, al contrario di altri
partiti, il PD è scalabile ad avere qualche idea giusta e saperla
comunicare.
Perciò penso che sia finito il momento delle lamentele e sia
cominciato il momento dell’azione. Rivolgo un appello a tutti i giovani
d’Italia che si sentono di sinistra, sì, anche a quelli che hanno votato
M5S o ai pochi che hanno votato RC: questo partito è anche
nostro. Facciamolo diventare nostro veramente. Mettiamoci la faccia,
combattiamo le nostre battaglie, occupiamo le sedi del partito,
incateniamoci, scoviamo i signori delle tessere e sputtaniamoli,
becchiamo i collusi prima che li becchi qualcun altro (tipo la
magistratura) e denunciamoli, portiamo l’attuale dirigenza a un per
niente graduale farsi da parte, insomma FACCIAMO POLITICA.
Perché proprio nel PD? perché lo abbiamo votato, e se lo abbiamo
votato c’è un motivo: ci abbiamo creduto, ma se non ci mettiamo la
faccia e la testa vuol dire che abbiamo votato a caso.
Sia chiaro non è una questione meramente generazionale. Ma lo è, in buona parte.
I “vecchi” che si diano da fare in parlamento a districare una
situazione tutt’altro che facile. Dentro il partito partano le idee.
Senza notti dei lunghi coltelli, che alla fine fanno solo danno. MA
con la forza di chi sa di essere nel giusto, prendiamoci quello che non
vogliono darci. E non perché siamo giovani né perché gli attuali
dirigenti sono vecchi. Bensì perché abbiamo idee, metodi e pensieri
migliori e più adatti al tempo in cui viviamo.
Approfittiamo del fatto che molti topi lasceranno in questi giorni la
nave che credono destinata ad affondare e facciamo, questa volta
davvero, il Partito Democratico, non una joint-venture ex PCI ed ex DC.